Salvini assolto: la sinistra impazzisce. Boldrini: "La sentenza? Conta di più la condanna politica..."

Salvini assolto: la sinistra impazzisce. Boldrini: La sentenza? Conta di più la condanna politica...
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Secolo d'Italia INTERNO

Formula piena, il fatto "non sussiste". Matteo Salvini è stato assolto dal Tribunale di Palermo per l'inchiesta sulla Open Arms, ma la sinistra, pur incassando una sentenza che delude la parte politica che spalleggia l'attività delle Ong e coltiva la teoria dell'accoglienza a tutti o quasi, non molla l'osso. (Secolo d'Italia)

La notizia riportata su altri media

Alle spalle del leader della Lega, la compagna Francesca Verdini (figlia di Denis), visibilmente commossa. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, dopo l’assoluzione per il caso Open Arms, fuori dal Tribunale . (Il Fatto Quotidiano)

Lui, Matteo Salvini, stringe in un abbraccio Giulia Bongiorno, la sua avvocata; qualche fila più indietro Francesca Verdini, compagna del leader leghista, si mette a piangere. «Evvai!». (ilmessaggero.it)

"La Lega - sottolinea Romeo in una nota - oggi si è stretta intorno suo segretario federale, anche a Milano, dove numerosi militanti e sostenitori si sono radunati spontaneamente fuori dalla sede di via Bellerio in attesa della sentenza e adesso stanno festeggiando tutti insieme, dimostrando che la Lega è una grande famiglia, sempre unita e compatta". (Tiscali Notizie)

La festa della destra europea compatta contro i migranti

"Le sentenze si rispettano e questa dimostra che i giudici agiscono nella loro autonomia. La destra non potrà dire che sono ‘zecche rosse’, affermazione purtroppo usata molte volte. (Liberoquotidiano.it)

Ho pensato molto ai miei figli, aspettavano questa sentenza: il papà ha le spalle forti, ma loro...». (Corriere TV)

Non ci vorrà molto perché al coro tripudiante si aggiungano anche le voci d’oltre Atlantico. Elon Musk, che ormai guarda all’Italia come a una sorta di cortile di casa, non mancherà di pronunciarsi. Le prime voci a festeggiare sono state quelle di Giorgia Meloni e di Victor Orbán, arrivate alle agenzie quasi in contemporanea e la coincidenza è eloquente. (il manifesto)