Cecilia Sala, le accuse: «Violate leggi islamiche». Spionaggio escluso, potrebbe ricevere una multa

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Dopo undici giorni di detenzione nel carcere di Evin, il governo di Teheran formalizza le accuse nei confronti di Cecilia Sala. Il capo di imputazione è generico: la giornalista ha «violato le leggi della Repubblica islamica dell’Iran». Un atto ufficiale che letto in controluce, in chiave diplomatica, viene interpretato dalla Farnesina come un segnale positivo. Ovvero la disponibilità ad aprire trattative per il suo rilascio, comunque complesse poiché la condizione per riportare la reporter in Italia è rimandare a Teheran l’ingegnere dei droni Mohammad Abedini Najafabadi, fermato all’aeroporto di Malpensa il 16 dicembre su mandato degli Stati Uniti (ilmessaggero.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Se ha paura, e come la combatte. Che la stia combattendo, che stia esercitando la forza e il co… (La Stampa)

Così da spegnere la luce che il regime iraniano tiene sempre accesa nella sua cella, come in quelle delle altre detenute per ragioni politiche. E la speranza che … (la Repubblica)

Contro la 29enne inviata a Teheran e detenuta a Evin è stata formulata una generica accusa di «violazione della legge islamica» (Open)

L'Italia all'Iran: «Chiediamo il rilascio immediato di Cecilia Sala e garanzie per la sua detenzione»

Il presidente della Repubblica ha dedicato una parte del suo discorso alla vicenda di Cecilia Sala, la giornalista italiana imprigionata in Iran: "Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia", ha detto il Capo dello Stato. (la Repubblica)

Rezaian, giornalista iraniano-americano, era il capo dell’ufficio di Teheran del Washington Post. Nel 2014 fu arrestato con l’accusa di spionaggio e «propaganda contro il sistema» insieme alla moglie: lei fu rilasciata dopo due mesi e mezzo, lui processato, condannato e liberato dopo un anno e mezzo grazie a uno scambio di prigionieri con gli Stati Uniti e lo sblocco di fondi iraniani congelati. (Corriere della Sera)

È quanto contenuto - secondo quanto si apprende - nella nota verbale che la Farnesina, attraverso l'ambasciatrice a Teheran Paola Amadei, ha consegnato al governo iraniano nell'ambito del lavoro che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sta portando avanti con la premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ed il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, per arrivare ad una rapida e positiva soluzione della vicenda. (Corriere della Sera)