Dobbiamo trattare per riportarla a casa e ammettere la realtà: siamo in guerra
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Ora l'impegno primario, irrinunciabile è riportare Cecilia Sala in Italia. Il cammino è già tracciato: il governo italiano dovrà condurre in porto una complessa trattativa su due fronti, verso l'Iran e verso gli Stati Uniti, con un epilogo che porterà probabilmente Roma a confermare l'arresto dell'imprenditore di droni iraniano, Mohammad Abedini, fermato a Milano tre giorni prima dell'arresto della giornalista italiana, ma a non estradarlo negli Stati Uniti. (il Giornale)
Se ne è parlato anche su altre testate
È quanto contenuto - secondo quanto si apprende - nella nota verbale che la Farnesina, attraverso l'ambasciatrice a Teheran Paola Amadei, ha consegnato al governo iraniano nell'ambito del lavoro che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sta portando avanti con la premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ed il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, per arrivare ad una rapida e positiva soluzione della vicenda. (Corriere della Sera)
«Tortura bianca», la chiamano. E la speranza che … (la Repubblica)
Perché i servizi si muovono bene quando possono lavorare con le loro modalità”. Perché questo ha ridotto in modo sensibile le capacità di movimento della nostra intelligence. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Ovvero la disponibilità ad aprire trattative per il suo rilascio, comunque complesse poiché la condizione per riportare la reporter in Italia è rimandare a Teheran l’ingegnere dei droni Mohammad Abedini Najafabadi, fermato all’aeroporto di Malpensa il 16 dicembre su mandato degli Stati Uniti (ilmessaggero.it)
La dichiarazione generica con la quale il governo iraniano ha confermato l’arresto di Cecilia Sala a Teheran è di «violazione delle leggi della Repubblica Islamica». Una formula vaga che indica almeno due cose. (Open)
Nel 2014 fu arrestato con l’accusa di spionaggio e «propaganda contro il sistema» insieme alla moglie: lei fu rilasciata dopo due mesi e mezzo, lui processato, condannato e liberato dopo un anno e mezzo grazie a uno scambio di prigionieri con gli Stati Uniti e lo sblocco di fondi iraniani congelati. (Corriere della Sera)