Chiesa senza banchi come nel 2020: l'omaggio di Bergamo alle vittime del Covid

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La Repubblica INTERNO

La chiesa del cimitero Monumentale di Bergamo è stata svuotata dei banchi, come nel marzo 2020, quando al posto degli inginocchiatoi furono sistemate centinaia di bare. Così la città lombarda ha ricordato l'inizio della pandemia di Covid, cinque anni fa. "La chiesa vuota richiama quel periodo, il vuoto che si creò in quei giorni, lo stesso vuoto che avvolse la grande piazza, la piazza dell'umanità, San Pietro, con il Papa solo di fronte al mondo", ha spiegato monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo. (La Repubblica)

Ne parlano anche altri giornali

A cinque anni da quel 18 marzo 2020 in cui i camion militari carichi di bare lasciavano il cimitero, Bergamo non dimentica. (L'Eco di Bergamo)

Con le commemorazioni in Bassa Val Seriana, uno dei territori più colpiti dal virus 5 anni, si è chiusa ieri sera la Giornata nazionale in memoria delle vittime del Coronavirus.Il servizio di Matteo Mosconi. (L'Eco di Bergamo)

È anche un’opportunità per esprimere gratitudine a coloro che hanno lavorato in prima linea, medici, infermieri e operatori sanitari, che si sono battuti ogni giorno per salvare vite. Non dobbiamo dimenticare le sofferenze di chi ha perso la vita e l’impatto che la pandemia ha avuto sulle nostre comunità. (il Resto del Carlino)

La commemorazione è avvenuta presso la stele posta nel giardino all’ingresso del cimitero urbano nel dicembre 2021. Monza ha celebrato ieri la Quinta giornata nazionale in memoria delle vittime del Coronavirus in un toccante momento istituzionale di raccoglimento. (IL GIORNO)

Mattinata commemorativa in onore delle vittime dell’epidemia di Coronavirus. (il Resto del Carlino)

In pratica, ripercorrendo in sintesi i fatti, il Tribunale di Milano, prima ha tolto la potestà al padre di una minore perché non l'ha voluta vaccinare. In Appello anche alla madre. Ora, la giovane indovinate con chi dovrebbe stare? Con i Servizi Sociali, il dovrebbe è d'obbligo perché inesistenti, scelta presa dal Giudice a riparazione dell'errore della prima sentenza che ormai non poteva essere stravolta. (Il Giornale d'Italia)