Unicredit avanza un'offerta per Banco Bpm
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Unicredit ha recentemente lanciato un'offerta pubblica di scambio (Ops) su Banco Bpm, per un corrispettivo di circa 10,1 miliardi di euro, interamente in azioni. Questa mossa, se avesse successo, eliminerebbe di fatto il candidato ad aggregare in futuro Mps, ovvero Banco Bpm, e certificando così la nascita di un duopolio con Intesa Sanpaolo, in cui però il gruppo di Piazza Gae Aulenti competerebbe da una posizione di forza.
La Lega, che ha sempre considerato la banca radicata nel nord come un istituto rientrante nella sua sfera di influenza, ha reagito con toni durissimi. Da Matteo Salvini al solitamente più prudente Giancarlo Giorgetti, è arrivato un niet perentorio, con il corollario della minaccia del ricorso alla golden power per impedirla. Il governo, diviso all'appuntamento con l'operazione di Unicredit su Banco Bpm, ha visto vacillare l'operazione Terzo polo bancario italiano con Caltagirone e Delfin.
L'offerta pubblica di scambio «carta su carta» di Unicredit per Banco Bpm, ad un prezzo «troppo basso, quasi offensivo», mette in pericolo l'operazione sul Monte dei Paschi di Siena. Tanto da far registrare fin da subito le reazioni nervose di Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini nel governo. Le crescenti ambizioni di Andrea Orcel hanno portato Unicredit a riorientare bruscamente il radar dalla Germania all'Italia. Ieri, il gruppo di Piazza Gae Aulenti, alla luce dei molteplici ostacoli all'avanzata in Commerzbank, ha deciso di aprire in tutta fretta il dossier Banco Bpm, annunciando un'Offerta pubblica di scambio (Ops) sulla totalità delle azioni dell'istituto di Piazza Meda.
Il governo vuole usare il golden power per bloccare l'operazione. Oggi Milano respingerà l'offerta, anche perché blocca quella su Siena.