Fitto e la Vicepresidenza UE, Scontro tra PPE e Socialisti

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
INTERNO

A Bruxelles, la nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione Europea ha scatenato un acceso dibattito tra il Partito Popolare Europeo (PPE) e i Socialisti e Democratici (S&D). La candidatura di Fitto, sostenuta da un ampio fronte di associazioni di categoria italiane, tra cui Confindustria, Coldiretti, Confcommercio e Confcooperative, è vista come un'opportunità per rafforzare la rappresentanza italiana nelle istituzioni europee, in particolare per quanto riguarda le politiche agricole e agroalimentari.

Tuttavia, i Socialisti e Democratici si oppongono fermamente alla nomina, ritenendo che essa sposterebbe troppo a destra l'equilibrio della Commissione Ursula von der Leyen. Questo scontro ha portato a un rinvio del voto sulla Commissione, mettendo a rischio la stabilità dell'esecutivo europeo. In Italia, il dibattito si è acceso ulteriormente con Fratelli d'Italia (FdI) che accusa il Partito Democratico (Pd) di non difendere adeguatamente gli interessi nazionali, ricordando invece il sostegno dato a Paolo Gentiloni nel 2019.

Il Pd, dal canto suo, respinge le accuse, sottolineando come Giorgia Meloni, leader di FdI, avesse organizzato manifestazioni contro la nomina di Gentiloni. In questo contesto, Copagri ha evidenziato l'importanza della vicepresidenza italiana per il settore agricolo, considerando la delega al coordinamento delle politiche agricole e agroalimentari che dovrebbe essere assegnata a Fitto.

La situazione rimane tesa, con il rischio di una crisi istituzionale che potrebbe avere ripercussioni significative sulla governance dell'Unione Europea.