Perché guardare a chi lascia l'Italia. E se l'emergenza nazionale fosse l'emigrazione?
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Forse adesso che le cifre sono più che tonde, anche il quadro complessivo risulterà più chiaro. E con esso la necessità di focalizzare meglio la nostra attenzione, rivedere alcune priorità e riorientare parte delle politiche. Perché i numeri parlano da soli: nel nostro Paese risiedono 5,3 milioni di stranieri, mentre 6,1 milioni di italiani vivono all’estero. E se dal 2020 a oggi i residenti in Italia sono calati complessivamente di 652mila persone, nello stesso periodo sono aumentati dell’11,8% i nostri connazionali che preferiscono stare in un’altra nazione. (Avvenire)
Su altri giornali
Cresce il numero di giovani che lasciano il territorio italiano, Friuli Venezia Giulia compreso, per andare a risiedere all’estero ed è in ripresa anche la mobilità degli anziani, dopo il periodo di incertezza legato alla pandemia. (Il Piccolo)
"L’unica Italia che continua a crescere è soltanto quella che ha scelto l’estero per vivere”. A dirlo sono i dati del “Rapporto italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes pubblicato oggi. (la Repubblica)
«L’estero è il nuovo ascensore sociale», perché l’Italia «allontana le risorse giovani» dalle città con affitti alti e costo della vita proibitivo, senza guarire in alcun modo la «ferita migratoria», ossia senza valorizzare chi arriva nel nostro Paese in cerca di un’esistenza più dignitosa e chi parte nella speranza di poter tornare. (Il Sole 24 ORE)
Lo ripete da tempo la Fondazione Migrantes e lo ribadisce oggi presentando il nuovo Rapporto Italiani nel mondo , che da 19 anni fotografa la comunità dei connazionali all’estero, raccontandone i sogni, le speranze e – soprattutto – i cambiamenti. (lanuovapadania.it)
Più di 3,3 milioni di questi si trovano in Europa (54,2%). (il manifesto)
Dal 2020, sono aumentati di quasi il dodici per cento: altri novantamila partiti nel 2023 per motivi di studio o di lavoro. Siccome nella stragrande maggioranza dei casi si stabiliscono in paesi dell’Ue, l’uso del verbo “espatriare” o dell’espressione “andare all’estero” mi restituisce la sensazione che mi dà chi ricalcola i prezzi in lire. (La Stampa)