Omicidio Garlasco: il Dna sulle mani di Chiara Poggi non viene dalla tastiera del pc
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Nuove e significative rivelazioni emergono dall’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, il cui corpo senza vita fu trovato il 13 agosto 2007 nella sua abitazione di Garlasco. Secondo quanto riportato dalla Procura di Pavia, il Dna di Andrea Sempio, rinvenuto sotto le unghie della vittima, non sarebbe riconducibile a una contaminazione indiretta, come quella che avrebbe potuto derivare dal contatto con la tastiera del computer di casa Poggi. Gli inquirenti, che stanno riesaminando reperti mai analizzati in precedenza e conservati negli archivi delle forze dell’ordine, ritengono che il materiale biologico possa invece indicare un contatto più recente e diretto tra Sempio e la giovane.
La vicenda, che ha tenuto banco per anni, si arricchisce così di un ulteriore tassello. Sulla base delle analisi effettuate, il Dna di Sempio non sarebbe compatibile con l’ipotesi di una trasmissione accidentale attraverso oggetti presenti nella casa, come il pc o altri elementi toccati durante le visite in via Pascoli. Questo elemento, unito al fatto che sulle mani di Chiara Poggi sarebbero stati individuati due profili di Dna maschili – nessuno dei quali riconducibile al fidanzato Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio –, riapre scenari investigativi finora rimasti in ombra.
Stasi, che aveva trascorso la serata con la ventiseenne, è stato condannato in via definitiva nel 2012, ma il caso non ha mai smesso di sollevare interrogativi. Tra le prove a suo carico, oltre al Dna, figurano le impronte insanguinate lasciate dalle scarpe, lo scontrino di un parcheggio conservato per un anno e le celle telefoniche che avrebbero contraddetto il suo alibi. Tuttavia, la presenza del Dna di Sempio, amico del fratello di Chiara, Marco Poggi, ha sempre rappresentato un elemento di disturbo nel quadro accusatorio.
Le indagini, che proseguono senza sosta, hanno portato alla luce anche un’intercettazione tra Sempio e suo padre, nella quale il giovane sembrerebbe dimostrare una conoscenza dettagliata di alcuni aspetti investigativi. Questo dettaglio, unito alla mancata menzione di una bicicletta nera vista nei pressi della casa al momento del delitto, ha alimentato ulteriori sospetti.
La Procura, che sta lavorando per chiarire il ruolo di Sempio, ha ribadito che il Dna rinvenuto non può essere spiegato con una semplice contaminazione. Gli inquirenti stanno ora concentrandosi sulla ricerca di un secondo profilo maschile, indicato come “ignoto 2”, che potrebbe rappresentare una chiave decisiva per ricostruire la dinamica dei fatti.