Automotive, la crisi arriva anche in Puglia: a rischio 10mila posti di lavoro
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È un quadro a tinte sempre più fosche quello del settore automotive e della componentistica. Si tratta di una problematica globale e interdipendente che va dagli stabilimenti automobilistici statunitensi all’offerta sempre più aggressiva dei players cinesi fino alle crisi dei grandi marchi tedeschi, all’imponente ricorso agli ammortizzatori sociali nelle aziende pugliesi del settore. Si tratta di una bomba sociale ad orologeria. (quotidianodipuglia.it)
Se ne è parlato anche su altri giornali
In Piazza Matteotti, dinanzi al municipio ieri mattina i lavoratori del settore metalmeccanico – una settantina – con bandiere e striscioni hanno lanciato il loro grido di aiuto, richiamando l’attenzione di istituzioni ed opinione pubblica sulla gravissima crisi del settore. (LA NAZIONE)
Cosi commenta la segreteria Fiom Savona che prosegue: "La recente decisione del governo nella Legge di Stabilità di tagliare il fondo automotive, istituito dal precedente Esecutivo, 4,6 miliardi di euro, pari all’80% delle risorse previste, va nella direzione opposta a quella auspicata, in un momento dove servirebbe un forte sostegno per garantire la competitività del settore, la difesa dell’occupazione e dell’innovazione tecnologica per affrontare le sfide del futuro". (SavonaNews.it)
Non c’è tregua per il settore automotive, che sta vivendo una fase di crisi senza precedenti. Una nota azienda è ora andata in bancarotta. (QuattroMania)
Sono stati circa 70 i lavoratori che con bandiere e striscioni, hanno preso parte al presidio organizzato da Cgil e Fiom in piazza Matteotti a Umbertide. A preoccupare il sindacato è la situazione in cui versano le imprese presenti nel territorio altotiberino e della provincia di Perugia, colpite dalla crisi, nata a livello europeo e che ha avuto ricadute fortissime anche nel territorio umbro. (Saturno Notizie)
Il mercato dell'automotive sta vivendo un periodo molto difficile in Europa. Questa crisi ha costretto le grandi case automobilistiche europee a ripensare una parte del proprio modello di business, cercando nel risparmio e nei tagli alle spese il mancato profitto dovuto ai minori margini che i Bev garantiscono rispetto alle loro controparti a benzina. (QuiFinanza)
Il nostro interlocutore è l'Ue che ha fatto scelte che stanno evidenziando dei limiti non solo per l'Italia ma anche per altri paesi come la Germania", ha aggiunto. "L'automotive è una delle urgenze su cui è importante aprire un tavolo di lavoro anche con il governo". (Teleborsa)