Segre: “So cosa vuol dire essere respinti, sono stata clandestina e richiedente asilo”

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Il Fatto Quotidiano INTERNO

“Sono stata clandestina e richiedente asilo. So cosa significa essere respinti . Si può essere respinti in tanti modi”. Sono le parole della senatrice a vita Liliana Segre , che ha parlato alla Cittadella della Pace a Rondine, borgo medioevale sull’Arno a otto chilometri da Arezzo , nella sua “ultima testimonianza pubblica” per ricordare, da sopravvissuta a Auschwitz , il dramma della Shoah, ricordando quando, in montagna al confine con la Svizzera, venne respinta da un ufficiale elvetico. (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altre testate

So cosa vuol dire essere respinti” “Come ho detto il primo giorno in cui sono entrata in Senato, io sono stata clandestina sulle montagne per rifugiarmi con mio padre in Svizzera. In quel caso ci bastò che un uomo eseguisse degli ordini” queste le parole della senatrice Liliana Segre nel suo ultimo discorso in pubblico a Rondine Cittadella della Pace vicino ad Arezzo (Corriere TV)

La tensostruttura allestita alla Cittadella della pace di Rondine, ad Arezzo, ha ospitato l'ultima testimonianza pubblica della senatrice Liliana Segre. La sezione di Trani di Anpi, nella persona del presidente Vincenzo Dicugno si associa ai ringraziamenti per la grande opera di testimonianza e insegnamenti che Liliana Segre ci ha voluto donare. (Radiobombo)

Che la memoria della Shoah, portata per trent'anni dalla Segre nelle scuole d'Italia, approdasse qui, è una testimonianza nella testimonianza. È la serenità, antica e tenace, del paesaggio toscano, unita a quell'altra sensazione di limpidezza che si riceve dai giovani, che cercano un proprio domani, con cocciuta semplicità. (Il Sole 24 ORE)

Ho avuto il privilegio di stringere la mano di Liliana Segre. Anche in salute, come quelli di Liliana Segre. (La Stampa)

Io non volevo vedere, non volevo sapere chi andava al forno crematorio. La macchina dell’odio è sempre in agguato e le testimonianze come quelle della senatrice a vita Liliana Segre, che ieri si è lasciata andare a dettagli mai riferiti prima, sono il migliore antidoto. (L'Eco di Bergamo)

Ad Auschwitz ero solo il numero 75190» «Non ho mai perdonato certe cose». La senatrice a vita racconta tutto l’orrore che ha dovuto affrontare in campo di concentramento, invitando a non essere indifferenti. (Il Sole 24 ORE)