Liliana Segre, l'ultimo discorso: "Non ho perdonato, non ho la forza"

Articolo Precedente

next
Articolo Successivo

next
Corriere della Sera INTERNO

Insieme con loro, le parole di Liliana Segre sono arrivate via streaming alle scuole italiane, persino straniere.

Liliana Segre, applauditissima, ha ricordato infine la «marcia della morte», quando, ridotta a 32 chili, fu trasferita dalle SS in Germania.

«Conobbi Rondine oltre vent’anni fa e fu come un incantamento: era ciò che anche io avrei voluto fare», ha spiegato Liliana Segre.

Maria Giovanna Corrias, dalla Sardegna, è tra le ragazze e i ragazzi che ieri hanno ascoltato l’ultima toccante testimonianza pubblica di Liliana Segre, nella Cittadella della Pace di Rondine, vicino ad Arezzo (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altre testate

Anche in salute, come quelli di Liliana Segre. E credo che Liliana Segre resterà scritta, sì, certo, nei libri di Storia. (La Stampa)

La macchina dell’odio è sempre in agguato e le testimonianze come quelle della senatrice a vita Liliana Segre, che ieri si è lasciata andare a dettagli mai riferiti prima, sono il migliore antidoto. Io non volevo vedere, non volevo sapere chi andava al forno crematorio. (L'Eco di Bergamo)

Che la memoria della Shoah, portata per trent'anni dalla Segre nelle scuole d'Italia, approdasse qui, è una testimonianza nella testimonianza. L’ultimo incontro pubblico di Liliana Segre si è svolto venerdi, 9 ottobre, a Rondine, un borgo medievale a pochi chilometri da Arezzo (Il Sole 24 ORE)

La sezione di Trani di Anpi, nella persona del presidente Vincenzo Dicugno si associa ai ringraziamenti per la grande opera di testimonianza e insegnamenti che Liliana Segre ci ha voluto donare. Ero a tavola con mio papa e i nonni e mi dissero che ero stata espulsa. (Radiobombo)

So cosa vuol dire essere respinti” “Come ho detto il primo giorno in cui sono entrata in Senato, io sono stata clandestina sulle montagne per rifugiarmi con mio padre in Svizzera. So cosa vuol dire essere respinti. (Corriere TV)

Ad Auschwitz ero solo il numero 75190» «Non ho mai perdonato certe cose». La senatrice a vita racconta tutto l’orrore che ha dovuto affrontare in campo di concentramento, invitando a non essere indifferenti. (Il Sole 24 ORE)