Montepaschi, il salvataggio ha avuto successo
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Il recente salvataggio di Montepaschi, che ha suscitato notevole interesse, rappresenta un passo cruciale nella storia della banca senese. L'operazione, che ha visto la discesa della partecipazione del Tesoro all'11,7%, ha permesso al governo di mantenere gli impegni presi con Bruxelles, aprendo la strada alla rimozione dei vincoli sugli aiuti di Stato da parte della Commissione Europea. Questo sviluppo, atteso da tempo, segna la fine di un lungo periodo di errori, ricapitalizzazioni e salvataggi di Stato, costati all'Italia oltre 30 miliardi di euro.
La vendita della terza tranche di azioni, annunciata dal Ministero dell'Economia il 16 novembre, ha ridotto ulteriormente la partecipazione del Tesoro, che era già scesa dal 64,2% al 26% dopo due precedenti collocamenti. Questo processo di privatizzazione, che ha visto il ritorno di soci privati come Banco BPM, Caltagirone e Delfin, rappresenta un ulteriore passo verso la stabilizzazione e il rilancio della banca.
Le segreterie di coordinamento delle sigle sindacali Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin hanno commentato positivamente l'ultimo sviluppo, sottolineando l'importanza del nuovo collocamento sul mercato del 15% del capitale di Banca MPS da parte del MEF. Tuttavia, hanno anche richiesto un incontro con l'amministratore delegato per discutere il piano industriale e il futuro della banca.
In questo contesto, la possibilità che la Commissione Europea elimini i paletti sugli aiuti di Stato potrebbe avere un impatto significativo sulle politiche retributive, sulle offerte e sulle acquisizioni future di Montepaschi.