Diddy e i White Party, le cifre "mostruose" per organizzare le feste. «In casa centinaia di specchi, voleva vedere tutto»

Diddy e i White Party, le cifre mostruose per organizzare le feste. «In casa centinaia di specchi, voleva vedere tutto»
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Negli Stati Uniti si continua a parlare di Diddy, il rapper e produttore accusato di decine e decine di abusi sessuali. Attualmente in carcere, i legali hanno chiesto di limitare le dichiarazioni rilasciate da potenziali testimoni e dai loro avvocati al di fuori del tribunale, soprattutto dopo le recenti accuse di Courtney Burgess, che afferma di essere in possesso di video dove il rapper commetterebbe violenze su celebrità, anche minorenni. (ilmessaggero.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

Nuovi guai per Puff Daddy, mentre si trova in prigione in attesa del processo che comincerà a maggio continuano a circolare storie riguardanti le violenze delle quali parrebbe essersi reso protagonista negli ultimi decenni. (Open)

Gli avvocati di Sean Combs hanno chiesto ancora una volta di ottenere da un giudice federale un ordine restrittivo sul caso di traffico sessuale e racket dopo che un presunto testimone ha affermato di essere in possesso di video hard girati dal rapper e produttore. (Sky Tg24 )

Il caso Diddy ha fatto il giro del mondo e anche chi non conosceva il rapper, ora, sa benissimo chi è o, se non altro, si è fatto un'idea. (leggo.it)

Puff Daddy ha chiesto un ordine restrittivo: "È impossibile avere un giusto processo"

L’arresto ha destato scalpore, portando alla luce una vicenda che coinvolge anche altre celebrità (Io Donna)

Le rivelazioni sui retroscena degli “White Party” agli Hamptons si fanno sempre più sconcertanti. L’ultima a parlare è stata la modella Precious Muir, che ha raccontato di come l’organizzazione delle feste prevedesse dei suv neri che portassero le modelle sul posto. (MOW)

«Alcuni giorni hanno panini al pollo. Ci sono hot dog e i"murder burgers" fatti con una polpetta sottile paragonata alla pelle di una scarpa da un ex detenuto», racconta il New York Post (Open)