Ghali contro Del Debbio: "Quelli che invitano a Rete 4"

Ghali contro Del Debbio: Quelli che invitano a Rete 4
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Forse Ghali è talmente consapevole di sé e del proprio talento, e preso dalla propria "missione", da risultare addirittura presuntuoso. Il trapper, milanese di Baggio ma di origini tunisine, è la voce più autorevole della nuova scena "urban" italiana, senz'altro uno dei più impegnati dal punto di vista politico e sociale. Tanto da esporsi clamorosamente dal palco del Festival di Sanremo, lo scorso febbraio, contro Israele e in difesa di Gaza e della causa palestinese. (Liberoquotidiano.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Lo ha fatto mentre cantava "Casa mia”, il brano portato all'ultimo festival di Sanremo, quando dal palco dell'Ariston ha chiesto ' stop al genocidio '. (la Repubblica)

Un concetto che lui aveva ripreso anche nel brano “Paprika” che è stato uno dei tormentoni dell’estate: “Puoi dirmi quello che vuoi, non farò come la Rai, mai”. Poco prima di salire sul palco dell’Unipol Forum per il primo dei due concerti tutti esauriti conferma che “io parlo di Palestina che non è una guerra ma un genocidio”. (il Giornale)

A esattamente sei anni di distanza dal primo concerto al Forum, lunedì 28 ottobre Ghali si è esibito ad Assago per la data inaugurale del tour. (Sky Tg24 )

Ghali: “Niente panico, se il mondo è buio noi artisti dobbiamo accendere la luce”

Questo kolossal da arene è un viaggio nelle canzoni del rapper milanese che da “Giù per terra” porta all’ultimo singolo “Niente panico” impreziosito ieri al Forum dalle presenze di Simba La Rue (“Machiavelli” e “Soldi a casa”), Tony Effe e Pyrex (“Paura e delirio a Milano”), Astro (“Celine”), Lazza (“Ghetto superstar”). (IL GIORNO)

Aggiungendo: «Il mio pubblico è la nuova Italia». Ha parlato poco prima di salire sul palco del Forum per il primo dei due concerti esauriti (stasera il secondo) in un giro di concerti che si chiuderà di nuovo qui il 15 novembre. (il Giornale)

Quelli come me se si fermano e non brillano facendo il loro mestiere sbagliano. «Questo è un tour contro la paura e cade in un momento difficile della mia vita, sto sentendo una pressione pazzesca perché mentre celebro la mia festa so che mia madre è stata molto male, le guerre provocano migliaia di morti e in Palestina non c’è una guerra ma un genocidio. (La Stampa)