Torture nel carcere di Trapani, 25 agenti coinvolti
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Nel carcere Pietro Cerulli di Trapani, il "reparto blu", destinato ai detenuti in isolamento e con problemi psichiatrici, è stato teatro di violenze e torture perpetrate da alcuni agenti della polizia penitenziaria. Il procuratore di Trapani, Gabriele Paci, ha rivelato in conferenza stampa che le violenze non erano episodi isolati, ma parte di un metodo sistematico per mantenere l'ordine. Le accuse, che includono concorso in tortura e abuso d'autorità, hanno portato all'arresto di 11 agenti, mentre altri 14 sono stati sospesi dal servizio.
Le indagini, condotte dai Carabinieri, hanno svelato un quadro inquietante: i detenuti, spesso con gravi problemi psicologici, venivano sottoposti a lanci di urina e altre forme di abuso. Il gip Giancarlo Caruso ha qualificato tali atti come torture, sottolineando la gravità delle violenze subite dai detenuti. Tra le vittime, anche il detenuto Lauria di Messina, già noto per essere morto in un altro penitenziario.
Il procuratore Paci ha descritto il "reparto blu" come un girone infernale, paragonandolo a scene tratte dai Miserabili di Victor Hugo. Le condizioni igienico-sanitarie del reparto erano talmente precarie da portare alla sua chiusura. Gli agenti coinvolti, secondo le accuse, avrebbero agito con una violenza metodica, trasformando il reparto in un luogo di sofferenza e degrado.
L'inchiesta rappresenta una discesa negli inferi della disumanità carceraria, mettendo in luce pratiche inaccettabili all'interno del sistema penitenziario.