Il corteo femminista "brucia" Valditara
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Al grido di «disarmiamo il patriarcato» sfila a Roma la «marea fucsia transfemminista», alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Tra slogan, canti, immancabili bandiere palestinesi (che con la lotta al patriarcato c'entrano effettivamente assai poco) e ministri bruciati in effige, il corteo si è mosso da Piazzale Ostiense, nel pomeriggio di ieri, al grido di «siamo tutte transfemministe». (il Giornale)
Su altri media
L’enorme successo della manifestazione contro la violenza sulle donne dello scorso anno era forse dovuto esclusivamente all’ondata di emozione per il femminicidio di Giiulia Cecchettin? Era un sospetto sbagliato. (il manifesto)
Sedute e mute: così migliaia di manifestanti di “Non una di meno” hanno deciso di cominciare il loro corteo a Roma. Poi all'improvviso tutte in piedi, in un'unica voce, altissima, di rabbia contro i femminicidi e al grido di “Disarmiamo il patriarcato” hanno scandito lo slogan: “Insieme siam partite insieme torneremo. (L'Unione Sarda.it)
Pochi giorni prima la morte di Giulia Cecchettin aveva fatto scattare una scintilla portando tantissime città italiane a organizzare cortei e fiaccolate in sua memoria. È stata un'ondata di cartelli, slogan, corpi, volti e voci. (Elle)
Migliaia di persone hanno sfilato a Roma e in varie città italiane nei cortei organizzati dall’associazione contro la violenza sulle donne Non una di Meno, in vista del 25 novembre. Bruciata la foto di Valditara (Virgilio Notizie)
“Nei primi dieci mesi di quest’anno – dice Stefania Campisi, portavoce della Rete D. (Il Fatto Quotidiano)
"Non una di meno" hanno ripetuto ancora, alla vigilia del 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. (L'Unione Sarda.it)