Strangola e uccide l’anziana madre nel sonno, poi chiama i soccorsi: fermata una 62enne
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Trento – Tragedia a Riva del Garda dove una donna di 62 anni avrebbe ucciso l’anziana madre nel sonno. Secondo i Carabinieri, il gesto della donna potrebbe essere legato all’insofferenza accumulata per aver passato anni ad accudire la madre. Stando a quanto riportato dalla stampa nazionale, la 62enne avrebbe strangolato la 92enne nella notte. Sul caso stanno indagando i carabinieri, coordinati della procuratrice generale di Rovereto, Orietta Canova. (Frosinone News)
Ne parlano anche altri giornali
Sole in casa, isolate e i contatti con le altre persone ridotti allo stretto necessario. È questo il contesto in cui è maturato il delitto che ieri mattina ha scosso la comunità di Riva del Garda. (Corriere del Trentino)
Avrebbe colpito la madre con una lampada, fino a ucciderla. La chiamata al 112 è arrivata intorno alle 5.40 del mattino. (Today.it)
Dottoressa, come analizza quello che è successo?«Innanzitutto, mi dispiace molto per la situazione. È complicato per Elisabeth Weger, psicologa che lavora per Anfass Trentino e vicepresidente di Psicologi per i popoli, commentare una situazione così drammatica come quella di Riva del Garda, dove una donna, probabilmente perché esasperata dal suo ruolo di caregiver, ha ucciso la madre. (Corriere del Trentino)

Per almeno sette anni, Francesca Rozza ha vissuto in un tunnel senza uscita, un’esistenza scandita dalla sofferenza e dalla dedizione totale verso sua madre malata. In un momento drammatico e definitivo, sopraffatta dal dolore e dalla disperazione, ha compiuto un gesto estremo. (la VOCE del TRENTINO)
Si è avvalsa della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio davanti al pm e all’avvocato difensore d’ufficio Francesca Rozza, la 62enne in stato di fermo essendo indiziata di aver ucciso, l’altra notte, la madre Maria Skvor di 91 anni. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Francesca Rozza ha ucciso la madre 91enne che da tempo assisteva. A più di un giorno dal fatto prende la parola l'avvocato difensore Nicola Canestrini: "Quello che emerge con chiarezza è una lunga e profonda sofferenza psichica, un logoramento emotivo che si è consumato lentamente fino a culminare in un atto disperato" RIVA DEL GARDA. (il Dolomiti)