Il mistero di Assad, è in Russia ma nessuno sa dove

Il mistero di Assad, è in Russia ma nessuno sa dove
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Virgilio ESTERI

Assad è da cinque giorni in Russia, probabilmente a Mosca, ma non ci sono tracce del presidente siriano deposto né della sua famiglia. Nessuna loro foto o video. E anche il... Leggi tutta la notizia (Virgilio)

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Ciò è vero in considerazione della rilevanza strategica e simbolica della Siria per gli equilibri regionali negli ultimi decenni. Tassello fondamentale della cosiddetta “mezzaluna sciita” che rappresentava la proiezione dell’Iran nella regione; attore cruciale per le sorti politiche del Libano, su cui ha sempre avuto un’influenza determinante, anche grazie al supporto a Hezbollah; ultimo baluardo di resistenza contro le variegate spinte rivoluzionarie che, dal 2011, hanno provocato la caduta di regimi in Tunisia, Egitto, Libia, Yemen, e destabilizzato ulteriormente l’Iraq; il regime alawita di Bashar al-Assad sembrava da qualche anno essere riuscito a vincere una guerra civile violentissima, che ha provocato più di mezzo milione di vittime. (ISPI)

I presupposti, però, non sembrano essere i migliori. I ribelli prendono il potere in Siria, costringendo Bashar al-Assad alla fuga in Russia. (Liberoquotidiano.it)

Nessuno rimpiangerà i 24 anni del regime feroce di Bashar al-Assad, moltiplicati per due e oltre, avendo la sua famiglia governato la Siria col pugno di ferro per 54 anni di fila. La caduta di Assad in Siria e l’arrivo dei nuovi padroni guidati da Abu Mohammed al Jolani, capo dei ribelli siriani dalla militanza jihadista forse dietro le spalle, pone tre questioni al resto del mondo. (Start Magazine)

In Libano e Siria la sfida tra Israele, Turchia e Iran – Analisi Difesa

Li sono andati a prendere nelle loro case, tirati giù dai nascondigli improvvisati. Erdogan: «Si rispetti l’integrità territoriale» Siria, la resa dei conti Trascinati in strada, a Latakia, porto nord-occidentale siriano per decenni descritto come la roccaforte dei clan alawiti associati al potere degli Assad. (ilmessaggero.it)

Tel Aviv festeggia, ma il maggior "vincitore" è la Turchia di Erdogan. La Russia, alle prese con un posizionamento in Medio Oriente più debole, non sorride. (Sky Tg24 )

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