Cecilia Sala rinchiusa a Evin, la storia del famigerato carcere

Cecilia Sala rinchiusa a Evin, la storia del famigerato carcere
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Detenzioni arbitrarie, torture fisiche e psicologiche e abusi che si ripetono da decenni accompagnano la storia del famigerato carcere di Evin, dove attualmente si trova rinchiusa la giornalista italiana Cecilia Sala. Il penitenziario, che si estende su 43 ettari ai piedi delle montagne a nord di Teheran, è stato aperto nel 1972 e già da allora, quando era gestito dalla Savak, la polizia segreta che rispondeva al regime dell'ultimo Shah, Mohammad Reza Pahlavi, era il luogo dove venivano incarcerati oppositori e detenuti politici. (Adnkronos)

Se ne è parlato anche su altre testate

Chi è Cecilia Sala, la giornalista romana di 29 anni arrestata a Teheran, in Iran e al momento detenuta nel carcere di Evin: dai primi passi in tv ad una delle firme più note del giornalismo di esteri grazie al suo podcast "Stories". (Fanpage.it)

Oggi con il commento di @LorenzoVita parleremo di Iran e del suo isolamento rispetto allo scenario mediorientale ; quindi andremo a scuola con l’analisi di @LorenaLoiacono per parlare di pagelle ai docenti per avere i premi, dalla scuola alla cronaca con l’inviato @StefanoDascoli e il suo reportage sulla morte dei due alpinisti sul Gran Sasso, parla anche di felicità l’inserto gratuito Moltodonna oggi in edicola con il Messaggero, di cui @AlessandraCamilletti ci darà qualche anticipazione (ilmessaggero.it)

Da otto giorni Cecilia Sala è in una cella del famigerato carcere di Evin, a Teheran, in isolamento ma per fortuna «in buone condizioni di salute». (ilmessaggero.it)

"Purtroppo questo arresto non mi stupisce. Chi racconta la verità incubo del regime"

Il governo sta lavorando con la massima discrezione per cercare di riportarla in Italia". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a RaiNews24. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Stamane ha ricevuto la visita dell'ambasciatrice che è stata più di mezz'ora con lei". Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Rainews24, commentando l'arresto della giornalista in Iran, avvenuto il 19 dicembre. (Liberoquotidiano.it)

Azar Nafisi sa bene che cosa significhi vivere con l'angoscia perché una persona cara è finita nelle mani degli ayatollah: lo ha provato quando era ancora in Iran, quando una delle sue studentesse è stata arrestata, come ha raccontato nel suo libro più famoso, Leggere Lolita a Teheran, da poco diventato anche un film, diretto da Eran Riklis; lo prova da anni, dal suo esilio a Washington, ed è uno dei motivi per cui continua a combattere contro le ingiustizie del regime, attraverso le sue opere bellissime, come l'ultimo saggio Leggere pericolosamente. (il Giornale)