Csm: rivolta contro il vicepresidente Pinelli dopo l’incontro con Giorgia Meloni
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Nuovo scontro tra toghe e governo. L’ultimo focolaio di polemiche è l’incontro a Palazzo Chigi tra il vice presidente Fabio Pinelli e la premier Giorgia Meloni. Un episodio che ha sorpreso diversi consiglieri: “Nessuno ne era stato informato e al momento nessuno conosce il contenuto e il motivo dell’incontro”. La risposta concreta non si è fatta attendere: tutti i togati, ad esclusione dei componenti di Magistratura Indipendente, attraverso un documento chiedono ora a Pinelli di essere resi “edotti, nel plenum di domani o nella sede meglio ritenuta, dei contenuti” dell’incontro di ieri con Meloni “affinché il Consiglio possa avere contezza di un passaggio tanto rilevante istituzionalmente”. (Firenze Post)
Su altri giornali
Se la premier s’informa sulle toghe rosse al Csm Meloni ha chiesto al vicepresidente quanto conta in Consiglio la corrente di Md. L’irritazione del Capo dello Stato (La Stampa)
Ma il tentativo va a vuoto: effettivamente il vicepresidente aveva avvertito dell’incontro il segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti, ma a ridosso dell’appuntamento (in programma da circa tre settimane) e senza discutere i contenuti del colloquio. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Sul colloquio il Quirinale era stato preventivamente (Secolo d'Italia)
Professor Felice Giuffrè, l’incontro tra la presidente del Consiglio e Fabio Pinelli — vicepresidente del Csm di cui lei è componente laico eletto su indicazione di FdI — non è irrituale?«È stato un incontro istituzionale. (Corriere della Sera)
Dai tribunali al Consiglio superiore della magistratura. Chiedendo di riferire e in fretta sulle ragioni dietro l’incontro con la premer Giorgia Meloni lunedì pomeriggio a Palazzo Chigi, mentre fuori infuriava la bufera tra maggioranza e giudici sull’espulsione dei migranti illegali. (ilmessaggero.it)
Ma ad accelerare il trambusto è arrivato l’incontro tra il vicepresidente Fabio Pinelli (che da quel blocco laico proviene) e la premier Giorgia Meloni, fresca di espliciti attacchi a provvedimenti giudiziari sgraditi. (Corriere Roma)