Trump rieletto, Zelensky e Putin costretti a trattare?
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La recente rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha riacceso il dibattito internazionale, in particolare riguardo al conflitto tra Russia e Ucraina. Trump, con la sua promessa di porre fine alla guerra entro 24 ore, ha suscitato reazioni contrastanti: da un lato, l'euforia di alcuni sostenitori, dall'altro, la preoccupazione di chi teme un cambiamento radicale nella politica estera americana.
Volodymyr Zelensky, presidente ucraino, ha accolto con favore la vittoria di Trump, definendola "impressionante" e auspicando un aiuto concreto per ottenere una pace giusta. Dall'altra parte, la reazione di Mosca è stata fredda, con il portavoce del Cremlino che ha sottolineato come non sia in programma alcuna congratulazione ufficiale da parte di Vladimir Putin.
La Commissione europea, attraverso un suo portavoce, ha ribadito l'importanza di un'Ucraina forte e sovrana, sottolineando che la guerra potrebbe finire immediatamente se la Russia ponesse fine alla sua aggressione. Tuttavia, la realtà sul campo di battaglia rimane complessa e incerta, con entrambe le parti che osservano attentamente le mosse di Washington.
La vittoria di Trump ha riaperto vecchie ferite e nuove polemiche, in un contesto internazionale che sembrava essersi abituato alla diplomazia delle parole a mezza voce.