L'audizione di Giuli e la supercazzola, Ricky Tognazzi: "Mai uscita dal discorso politico, ma bisogna esserne all'altezza"

L'audizione di Giuli e la supercazzola, Ricky Tognazzi: Mai uscita dal discorso politico, ma bisogna esserne all'altezza
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La Stampa INTERNO

L'audizione di Giuli e la supercazzola, Ricky Tognazzi: "Mai uscita dal discorso politico, ma bisogna esserne all'altezza" "Le parole del ministro Giuli in audizione alla Camera? Se posso essere sincero la supercazzola non è mai uscita dal discorso politico. I grandi ispiratori sono sempre stati i politici, ma già quelli della Prima Repubblica": Ricky Tognazzi scherza sul discorso programmatico dell'8 ottobre scorso che il neo-ministro della Cultura Alessandro Giuli ha tenuto in audizione alla Camera. (La Stampa)

Ne parlano anche altri media

Il laureando Alessandro Giuli, neoministro della Cultura, ha esposto alle Commissioni riunite Cultura della Camera e Istruzione del Senato le linee programmatiche della sua azione. Nel frattempo bisogna affidarsi ai giornali, che pochi sfogliano, oppure ai computer e cellulari degli interessati. (L'Opinione delle Libertà)

Da giorni sta suscitando ilarità la comunicazione delle linee programmatiche fatta lo scorso 9 ottobre da Alessando Giuli, neoministro alla Cultura, quella dei passaggi sull’«ontologia intonata alla rivoluzione permanente dell’infosfera globale» e sull’epoca «delle passioni tristi». (Merateonline)

E non è un caso che proprio all’inizio della lunga parte dell’intervento dedicata all’imprenditore, il Ministro cada in contraddizione. Siamo già al nodo centrale della destra novecentesca e poi postmoderna. (Lucy. Sulla cultura)

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ROMA (Trentino)

E però, dai, ha anche detto delle cose interessanti. Per esempio ha mostrato rispetto umano e culturale per Saviano, riconoscendone il valore, il coraggio e la vita d’inferno. (L'Unione Sarda.it)

La chiamano ‘riduzione delle inefficienze’ ma sono tagli belli e buoni che tutti i settori culturali stanno denunciando e su cui gli stessi uffici del Mic, senza guida, sono in imbarazzo. A partire proprio dall’editoria Italiana, che ha più volte richiamato pubblicamente il governo Meloni a rivedere le scelte portate avanti finora. (Civonline)