Kash Patel, da QAnon all’Fbi
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Era il 2019 quando il distaccamento di Phoenix dell’Fbi ha pubblicato un report in cui si classificava QAnon come una «minaccia di terrorismo interno». Solo 5 anni dopo alla guida del Bureau è stato nominato Kash Patel, fedelissimo di Trump che da anni corteggia e sostiene pubblicamente il “gruppo” complottista. Prima di tutto, Patel sostiene la necessità di perseguitare i nemici di Trump: «Troveremo i cospiratori, non solo nel governo ma nei media. (il manifesto)
Ne parlano anche altri media
Il presidente eletto Donald Trump ha annunciato su Truth la nomina di Kash Patel a capo dell’Fbi. Patel durante la prima presidenza Trump è stato funzionario del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, consigliere senior del direttore dell’Intelligence nazionale e capo dello staff del segretario alla Difesa degli Stati Uniti. (Il Dubbio)
Kash Patel, una figura catapultata alla ribalta dalla nomina del Presidente Trump come prossimo Direttore dell’FBI, si trova al centro dell’influenza e della fortuna. Dalle sue radici come avvocato difensore pubblico ai suoi attuali affari nei media e nella tecnologia, l’enigmatico Patel ha accumulato sia ricchezza che potere in egual misura. (Motorcycle Sports)
SAN LUIS OBISPO (Usa). “Scoveremo i cospiratori non solo nel governo ma anche nei media. Perseguiteremo quelli nei media che hanno mentito ai cittadini americani e hanno assistito Joe Biden a truccare l’elezione presidenziale”. (Notizie Geopolitiche)
E oggi il commento politico è di @AndreaBulleri che ci spiega come si stia tornando a parlare di finanziamento pubblico dei partiti, con @AnnaGuaita andiamo in America dove Donald Trump ha deciso chi guiderà l’Fbi nei prossimi anni, in Siria prosegue l’avanzata delle truppe contro Assad ma in questo nuovo conflitto ci sono anche altre forze in campo come ci spiega nella sua analisi @LorenzoVita, del prossimo Festival di Sanremo firmato da Carlo Conti e del suo cast particolarmente variegato ci parla l’esperto di musica del Messaggero @MattiaMarzi (ilmessaggero.it)
NEW YORK — Il vendicatore e lo sceriffo. Sono i due super poliziotti che Donald Trump ha chiamato nella sua amministrazione per avviare quanto promesso in campagna elettorale: ripulire il deep state di Washington di funzionari infedeli a lui, e dichiarare guerra ai cartelli messicani della droga. (la Repubblica)
Nel corso della campagna elettorale per le presidenziali, Trump ha spesso citato i rivoltosi che hanno partecipato all'assalto al Congresso americano del 6 gennaio 2001, identificandoli come gli “ostaggi J6” – da January 6 – e giurando di scarcerarli in caso di vittoria. (WIRED Italia)