Ucraina, Ezio Mauro: "Ecco cosa vuole Putin e cosa Trump è disposto a concedergli"

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Ezio Mauro a Metropolis analizza il voltafaccia dell'America di Trump sul conflitto in Ucraina e riflette sulla distanza che Putin ha percepito con l'Europa. Il presidente degli Stati Uniti riuscirà a trovare la chiave per fermare l'esercito dello zar? E a che prezzo? In studio Gerardo Greco. LEGGI Metropolis è la nostra striscia di attualità e società che va in streaming tutti i giorni dalle 18 dal lunedì al venerdì con i protagonisti della politica, del giornalismo e della cultura GUARDA TUTTE LE PUNTATE E LE CLIP (la Repubblica)

La notizia riportata su altri giornali

Quando a Mosca erano le 16, l’ora in cui sarebbe dovuta cominciare la telefonata con Donald Trump, Vladimir Putin si trovava all’annuale congresso della Confindustria Russa, davanti a un pubblico composto per lo più da oligarchi, compresi quelli che tre anni fa si erano detti contrari all’«operazione militare speciale», come passa in fretta il tempo. (Corriere della Sera)

Ecco perché si deve andare cauti nel valutare la lunga telefonata fra Trump e Putin (si parla di tre ore), tanto più che non solo non conosciamo i dettagli del colloquio, ma neppure il sommario articolato degli argomenti affrontati. (ilmattino.it)

L'argomento del giorno é: "La telefonata Trump-Putin tra Ucraina e Medio Oriente".A Dimmi La Verità il nostro esperto di politica Usa Stefano Graziosi. Ospite il nostro esperto di politica Usa, Stefano Graziosi. (La Verità)

Per molti analisti, infatti, la telefonata di ieri, nella quale si vocifera Putin abbia fatto aspettare Trump più di un’ora, è di sicuro una vittoria per Mosca sull’Ucraina, mentre al contrario potrebbe stabilire la rinascita dei rapporti diplomatici tra le potenze dopo anni di scontri e tensioni. (ilmessaggero.it)

Ecco #DimmiLaVerità del 18 marzo 2025. Ospite il vicedirettore Martino Cervo. (La Verità)

Tra qualche giorno i due leader potrebbero parlarsi. «La questione chiave è capire quanto Trump sia disposto a concedere a Putin». (Corriere della Sera)