Se davvero si realizzerà, il riarmo europeo seppellirà il sogno dei padri fondatori dell’Ue

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Il Fatto Quotidiano ESTERI

Se davvero si realizzerà, il riarmo europeo seppellirà il sogno dei padri fondatori della Unione. Al di là delle citazioni di comodo, il “riarmo europeo” risuonerebbe loro come un funesto ossimoro. L’Europa unita è stata fondata sull’assioma della pace. L’Europa riarmata corre invece forti pericoli di implosione che, a loro volta, potrebbero innescare guerre intra-europee high-tech. Il vortice del riarmo richiede un continuo rinnovo degli arsenali e, se prudono le mani, qualcuno prima o poi schiaccia il grilletto. (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altri giornali

Il presidente dell’Ucraina Zelensky inizia a rendersi conto di aver perso una guerra determinata lanciando il sasso, mettendosi il cerotto e imbarcando tali quantità di denaro, generosamente offerte dall’Unione Europea e non solo, da dissestare la già flebile economia della stessa Unione Europea, che probabilmente, guidata com’è da caparbietà e sfrenate grandeurs, può trovare solo nel rinnovato urlo di guerra una ragion d’essere alla propria finzione politica. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Una convocazione capziosa: non si tratta di riarmare l’Europa per fare la guerra alla Russia, si tratta di riarmare l’Europa per dissuadere chiunque, ed ora la Russia, dal farci la guerra. (di Gian Carlo Poddighe ) (Difesa Online)

Il piano ReArm Europe? «Riarmarsi è necessario, ma non così. Avrei votato contro». La pace tra Kiev e Mosca? «Dolorosa ma necessaria». Intervista al generale Leonardo Tricarico, già capo di Stato maggiore dell'Aeronautica (Tempi.it)

C'è un pezzo di Europa che, in linea con la precedente amministrazione americana, considera il tema del diritto internazionale, della giustizia, dell'ordine mondiale e della sicurezza più importante della pace a qualunque costo (il Giornale)

Ci stiamo furiosamente dividendo in posizioni che spaccano sia la maggioranza che la minoranza. Eppure, non riusciamo a trovare il tempo – nel dibattito pubblico e, neanche, in quello parlamentare – a confrontarci su ciò che molti politici ritengono essere dettagli e che, però, fanno tutta la differenza. (ilmessaggero.it)

Hanno ripreso quota le pretese territoriali. La Russia verso la vicina Ucraina, la Repubblica popolare di Cina verso Taiwan, Israele verso la striscia di Gaza, gli Stati Uniti verso Canada, Groenlandia e canale di Panama. (Corriere della Sera)