No, non guarderò i Mondiali in Qatar
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Non guarderò i mondiali in Qatar: per rispetto dei migranti morti e sfruttati per costruire cattedrali nel nulla (vedi: inchiesta del Guardian e denunce di Amnesty International). In un paese dove l’omosessualità viene definita «un danno morale» e le donne non sono libere, dove il calcio non è passione, ma affare. In tanti, tifosi ex calciatori (Éric Cantona in testa) intellettuali, hanno deciso di boicottare questa manifestazione per assenza di diritti umani. (Corriere del Ticino)
Ne parlano anche altri media
Al via domani la competizione mondiale in Qatar, al centro di polemiche e riflessioni. (TUTTO mercato WEB)
Al via domani la competizione mondiale in Qatar, al centro di polemiche e riflessioni. (Tutto Napoli)
Siamo certi che il mondo dell'informazione e i giornalisti di tutto il mondo sapranno raccontare ciò che avviene anche al di fuori dei rettangoli di gioco: non c’è civiltà senza diritti. (SettimanaSport)
Una visione della skyline di Doha, la capitale del Qatar. (La Stampa)
Non è tutto oro quel che luccica. A poche ore dal via della Coppa del Mondo in Qatar, la prima storica edizione nel mondo arabo, restano alcuni temi irrisolti in un paese dove sono ancora evidenti il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori migranti, così come la discriminazione verso la comunità Lgbtq+ e dove le donne vivono ancora in una condizione non certo di eguaglianza rispetto agli uomini. (LAPRESSE)
Questa edizione del mondiale di calcio appare unica anche in questo aspetto: non perché questa volta diventi possibile la separazione tra sport e politica ma, anzi, perché quel legame si fa ancor più forte e, soprattutto, evidente. (L'INDIPENDENTE)