Qatar 2022: libertà vigilata per il gioco più bello del mondo
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Forse siamo lì, all’ultimo stadio. Già nel 1983 il sociologo Franco Ferrarotti, intervistato da Oliviero Beha, diceva: “Il momento ludico del calcio è stato ucciso, spezzato, cancellato dal fatto che lo schema degli interessi prevalenti, si sono imposti sull’attività sportiva”. E quest’ultima è entrata a far parte di una normale attività produttiva. Sono passati quarant’anni da allora. Se rivediamo le immagini di quegli anni in tv, la vittoria del Mundial spagnolo nel 1982, il braccio sinistro sollevato al cielo da Paolo Rossi, l’urlo di Tardelli e le partite a scopone tra Zoff e il presidente Pertini, ci viene il groppo in gola. (SettimanaSport)
La notizia riportata su altri giornali
Così come i protagonisti in campo sapranno esprimere valori di rispetto e di libertà per i diritti e la parità di genere: il calcio fa parte della vita, non è separato da essa. (SettimanaSport)
Questa edizione del mondiale di calcio appare unica anche in questo aspetto: non perché questa volta diventi possibile la separazione tra sport e politica ma, anzi, perché quel legame si fa ancor più forte e, soprattutto, evidente. (L'INDIPENDENTE)
Al via domani la competizione mondiale in Qatar, al centro di polemiche e riflessioni. (Tutto Napoli)
Non guarderò i mondiali in Qatar: per rispetto dei migranti morti e sfruttati per costruire cattedrali nel nulla (vedi: inchiesta del Guardian e denunce di Amnesty International). (Corriere del Ticino)
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia: "Servono criteri diversi e più stringenti per l’assegnazione di grandi aventi sportivi per quanto riguarda il rispetto dei diritti" (LAPRESSE)
Come riporta il Corriere dello Sport, l'insolito contesto scelto per la manifestazione mette in luce diversi temi (TUTTO mercato WEB)