L’8 marzo non è una festa: la rabbia contro le disparità sfila con "Non una di meno"

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L’8 marzo, giornata internazionale della donna, si è trasformata ancora una volta in una piazza di lotta e rivendicazione. A Palermo, come in altre 60 città italiane, il movimento transfemminista "Non una di meno" ha riempito le strade con un corteo colorato e determinato, scandendo lo slogan “Lotto, sciopero, boicotto”. Un grido che non è solo un richiamo alla mobilitazione, ma un monito contro le disuguaglianze che persistono, soprattutto in un contesto come quello siciliano, dove la mancanza di lavoro e le disparità di genere raggiungono livelli allarmanti.

Simona Paladino, portavoce di "Non una di meno Palermo", ha sottolineato come per il movimento l’8 marzo non sia una festa, ma una giornata di lotta. «Non è una ricorrenza rituale», ha dichiarato, «ma un momento per rivendicare diritti ancora negati, a partire dal lavoro, con dati che in Sicilia sono catastrofici». Il corteo, partito da piazza Castelnuovo, ha visto sventolare lenzuoli azzurri, rosa e bianchi, simboli di un femminismo inclusivo che non si limita a chiedere parità, ma denuncia anche le violenze e gli abusi sistemici.

A Pavia, la manifestazione ha raccolto un centinaio di persone, tra studentesse, lavoratrici, mamme con bambini e una significativa presenza maschile. Il corteo, partito dal centro città, si è ingrossato raggiungendo piazza Duomo e piazza Vittoria, dove sono risuonati slogan contro la violenza di genere, gli abusi nelle università e negli ospedali, e per una parità reale. Striscioni e cartelli hanno accompagnato la marcia, trasformando le vie della città in un palcoscenico di denuncia e solidarietà.

A Torino, invece, la protesta ha assunto toni più accesi. Il corteo, aperto dallo striscione “Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo”, ha raggiunto la sede dell’azienda aerospaziale Leonardo in corso Marche. Qui, circa 400 manifestanti hanno lanciato uova contro la polizia, contestando il ruolo dell’industria bellica. «Boicottiamo l’industria della guerra», è stato il grido unanime, che ha riempito piazza Massaua dopo una mattinata di scioperi e presidi in giro per la città.