Perché Trump è sopravvissuto al 6 Gennaio: l’America e la cultura della sconfitta
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Il lettore mi permetterà di iniziare il mio discorso tornando un attimo sui fatti avvenuti negli Stati Uniti il 6 gennaio 2021, cioè sul famoso “assalto al Congresso” da parte di un gruppo di sostenitori dell’allora sconfitto Donald Trump, un atto più sconsiderato e stupidamente violento che non autenticamente sovversivo. In quell’occasione, pur riconoscendo i suoi meriti come presidente e pur considerando assurde le accuse di tentato colpo di stato, scrissi su Atlantico Quotidiano che il comportamento di Trump era da paragonare ad un vero e proprio suicidio politico e che la sua uscita di scena sarebbe stata definitiva: insomma lo avevo già consegnato ai libri di storia, magari con la speranza che gli stessi avrebbero reso giustizia alla sua figura. (Nicola Porro)
Su altri giornali
Sarebbe cosa buona e giusta che i sedicenti democratici-progressisti in giro per l’Occidente comprendessero che nell’orientare il voto dei loro concittadini pesano fattori più consistenti, più strutturali. (La Stampa)
Negli ultimi quattro anni, con la presidenza democratica di Joe Biden, gli Stati Uniti sono cresciuti a livelli record sul piano economico, eppure i sondaggi mostrano una popolazione insoddisfatta e una contesa elettorale incerta. (Il Fatto Quotidiano)
Il sindaco di Terni: «Siamo la sinistra della destra» (Open)
Come molti hanno scritto in questi giorni, la vittoria di Trump segna un passaggio storico. Anche se, essendo basata su un mix di elementi eterogenei, se non anche contraddittori, è molto difficile dire a quali esiti condurrà. (Avvenire)
Città del Vaticano Cosa farà Donald Trump in politica estera? Come si comporterà rispetto ai temi della guerra e della pace? Avrà un atteggiamento aggressivo o dialogante sui mercati? In che modo affronterà il nodo dell’immigrazione? Continuerà a sostenere gli alleati europei nel campo della difesa o pretenderà da loro un’autonomia e coesione ancora di là da venire? Che rapporto avrà con Pechino? Ogni tornata elettorale per la guida della Casa Bianca scatena previsioni - aspettative, dubbi, timori - sulla direzione che la nuova presidenza imprimerà al mondo. (Vatican News - Italiano)
Ma la portata e la forza del suo ritorno vanno ben oltre: il tycoon pigliatutto non solo ha conquistato la Casa Bianca e incassato il voto popolare con un margine di quattro milioni di schede, ma pure la vittoria del suo partito al Senato, e alla Camera i repubblicani si avviano a mantenere la maggioranza, con il controllo di tutto il Congresso (il Giornale)