Corea del Sud, l'ex ministro della Difesa tenta il suicidio. Perquisito l'ufficio del presidente Yoon
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La Corea del Sud è sprofondata del caos da oltre una settimana, da quanto il presidente Yoon Suk Yeol ha tentato quello che da più fronti viene definito un colpo di Stato imponendo le leggi marziali, revocate una manciata di ore dopo. La situazione non è più tornata alla normalità e in queste ore si stanno registrando gli strascichi di quell'azione, con la perquisizione della polizia coreana negli uffici del presidente. (il Giornale)
Se ne è parlato anche su altre testate
Al momento del raid il presidente Yoon, formalmente ancora in carica, non era presente e secondo l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap ci sarebbe stato un confronto acceso tra i diciotto agenti di polizia e le guardie di sicurezza presidenziali. (il manifesto)
Corea del Sud, golpe e caos: l'ex ministro tenta il suicidio in carcere (Liberoquotidiano.it)
Kim Yong-hyun, ritenuta la figura centrale del caso della legge marziale, è detenuto "in una cella di protezione e la sua salute rimane stabile". Arrestati i capi della polizia nazionale e di Seul (Sky Tg24 )
Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol torna in tv nove giorni dopo il fallito blitz con l’annuncio dell’istituzione della legge marziale e l’invio dell’esercito per bloccare il parlamento. (la Repubblica)
Le strade della capitale Pyogyang si riempiono di gente che protesta contro il caos innescato dal presidente Yoon Suk Yeol, che ha tentato di imporre la legge marziale, poi presto revocata. Le piazze delle principali città sudcoreane si fanno sentire e chiedono le dimissioni del primo ministro. (Tiscali Notizie)
Non per annunciare le dimissioni chieste ogni sera a gran voce da migliaia di manifestanti davanti all’Assemblea nazionale. Dopo quattro giorni di silenzio e invisibilità, il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol è tornato a parlare alla nazione giovedì mattina in un messaggio televisivo. (Il Sole 24 ORE)