A difendere Tesla dalla proteste c'è anche l'estrema destra
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Negli Stati Uniti, lo scorso fine settimana migliaia di persone si sono unite alle proteste contro Tesla, andate in scena in tutto il paese fuori dai concessionari dell'azienda di auto elettriche di Elon Musk. Seppur in numero molto minore, davanti agli showroom americani della casa si sono presentati però anche diversi sostenitori dell'imprenditore, che hanno dato vita a un movimento di controprotesta che alcuni partecipanti hanno soprannominato “Tesla Shield” ("scudo di Tesla"). (Wired)
Su altri media
Il proprietario di una Tesla è riuscito a riprendere l'uomo che ha inciso una svastica sulla sua macchina con le chiavi, grazie alla telecamera presente nel veicolo. (Secolo d'Italia)
Lo scorso weekend, migliaia di persone si sono ritrovate davanti ad oltre 200 concessionarie Tesla per manifestare il loro dissenso e chiedere che Musk lasci il suo incarico all'interno dell'amministrazione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. (HDmotori)
Il Dipartimento di Giustizia ha richiesto una condanna a 20 anni di carcere per un 24enne del Colorado, accusato di aver vandalizzato una concessionaria Tesla. La notizia è stata confermata dalla procuratrice generale Pam Bondi, che ha sottolineato la gravità dell’episodio, considerato una minaccia alla sicurezza nazionale. (LA7)
Grazie al sistema di sorveglianza Sentry Mode, l’episodio è stato documentato, fornendo prove decisive per la causa. Un esempio emblematico è quello di Jeff Nguyen, proprietario di una Model X, che ha trovato la sua auto danneggiata da ignoti. (motori.it)
Il fenomeno del vandalismo Tesla sta assumendo proporzioni preoccupanti negli Stati Uniti, come dimostra il caso di Jeff Nguyen, il proprietario di una Tesla Model X che ha subito gravi danni a causa di un atto deliberato di vandalismo. (autoblog.it)
L’iniziativa, nata a inizio anno, ha avuto uno dei suoi momenti clou il 29 marzo (con manifestazioni sia in Usa che in Europa) e si chiama Tesla Takedown. L’idea è di boicottare l’azienda con varie modalità: non acquistare più queste auto, cederle per quanto possibile, e si domanda pure agli azionisti di disfarsi delle azioni, in modo da far crollare il titolo (e dunque di intaccare per quanto possibile la ricchezza del miliardario). (La Stampa)