Paradossi giudiziari. Lo Stato che ricorre contro lo Stato (di V. Coletti)
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Il delitto di Garlasco, tornato clamorosamente in prima pagina, è stato anche su questo giornale l’occasione per chiedersi quanto sia stato tenuto presente, condannando Alberto Stasi, il principio per cui una sentenza di colpevolezza può essere emessa solo “al di là di ogni ragionevole dubbio”, visto che, prima di quella definitiva, ben due giudici si erano … (L'HuffPost)
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Novità solo a parole, ma non nei fatti. (Adnkronos)
Tutte le "ipotesi alternative" sull'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco sono già state scandagliate e la risposta - finché una revisione non sarà presentata e quindi accolta dalla Corte d'Appello di Brescia - resta sempre e solo una: l'assassino è Alberto Stasi, allora fidanzato della ventiseienne uccisa il 13 agosto 2007. (Adnkronos)
Non basta. La nuova indagine di Pavia su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi e già indagato (ma poi archiviato) per l’omicidio della 26enne nell’agosto del 2007, non cambia la responsabilità dell’allora fidanzato Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere il 12 dicembre 2015. (il Giornale)
Si può azzardare una definizione antitetica a cold case, la formula che designa nel gergo giudiziario anglofono la vicenda processuale avvolta nel freddo per la frustrazione derivante da indagini penali dalle quali non è venuto fuori il nome del colpevole. (Il Dubbio)
Il movente e l’arma che ha colpito a morte Chiara Poggi, prima di tutto. Garlasco, la storia senza fine di un processo in cui mancano gli elementi fondamentali del delitto. (Il Dubbio)
Alberto Stasi sta scontando una condanna definitiva a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, la sua fidanzata. Si può anche ritenere che sia stato condannato da innocente, che il suo sia un processo indiziario, che «poche prove poca pena»… Insomma: tutto ciò che si sente (di nuovo) nel «Garlasco Show» di questi giorni. (Corriere della Sera)