Perché Stasi non ha chiesto la revisione del processo (e per i Poggi resta l'assassino)

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il Giornale INTERNO

Non basta. La nuova indagine di Pavia su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi e già indagato (ma poi archiviato) per l’omicidio della 26enne nell’agosto del 2007, non cambia la responsabilità dell’allora fidanzato Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere il 12 dicembre 2015. Al momento non ci sono novità tali da spingere i legali del 41enne a chiedere la revisione del processo alla Corte d’Appello di Brescia e così Stasi, detenuto nel carcere milanese di Bollate, salvo sorprese, non può che attendere il fine pena. (il Giornale)

Se ne è parlato anche su altre testate

Non è stato mai trovato il corpo contundente appuntito con cui si presume sia stata assassinata la ragazza ventiseienne di Garlasco, cittadina in provincia di Pavia, il 13 agosto del 2007. Quanto al movente, se era fragile quello attribuito a Alberto Stasi nei sei processi che lo hanno portato infine alla condanna a sedici anni di carcere, è addirittura inesistente per quel che riguarda Andrea Sempio, indagato per la terza volta su sollecitazione della difesa di Stasi. (Il Dubbio)

Il delitto di Garlasco, tornato clamorosamente in prima pagina, è stato anche su questo giornale l’occasione per chiedersi quanto sia stato tenuto presente, condannando Alberto Stasi, il principio per cui una sentenza di colpevolezza può essere emessa solo “al di là di ogni ragionevole dubbio”, visto che, prima di quella definitiva, ben due giudici si erano … (L'HuffPost)

L'omicidio di Chiara Poggi uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007 - delitto per il quale è stato condannato in via definitiva (rito abbreviato) a 16 anni di carcere l'allora fidanzato Alberto Stasi - torna a far discutere, ma le "novità" necessarie al condannato per chiedere la revisione del processo alla Corte d'Appello di Brescia mancano e così il 41enne, detenuto nel carcere milanese di Bollate, non può che attendere (salvo sorprese) il fine pena. (Adnkronos)

Delitto di Garlasco, la Corte d’Appello nel 2011: “Nessuna evidenza significativa dai reperti”

Si può anche ritenere che sia stato condannato da innocente, che il suo sia un processo indiziario, che «poche prove poca pena»… Insomma: tutto ciò che si sente (di nuovo) nel «Garlasco Show» di questi giorni. (Corriere della Sera)

Quello di Garlasco merita di essere etichettato come «caso a calore latente» nel senso che, nonostante la sentenza definitiva che ha condannato Alberto Stasi, per più di un decennio è rimasta accesa la fiammella del dubbio tra riletture e rivisitazioni del quadro indiziario con avvisaglie di ulteriori piste investigative, una delle quali ora sfociata nella riapertura del procedimento contro un nuovo indagato. (Il Dubbio)

Pavia – “Assenza di evidenze significative ai fini delle indagini.” Con questa motivazione, la Corte d’Appello di Milano, nella sentenza del 2011, respinse la richiesta dei familiari di Chiara Poggi di effettuare ulteriori analisi genetiche su una serie di reperti legati all’omicidio della 26enne, uccisa il 13 agosto 2007 nella sua villetta di Garlasco (Pavia). (Il Giornale Popolare)