Primi migranti detenuti caricati su una nave per l’Albania: un precedente pesantissimo

Primi migranti detenuti caricati su una nave per l’Albania: un precedente pesantissimo
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Per saperne di più:
Il Fatto Quotidiano INTERNO

La delocalizzazione degli esseri umani, come oggetti, come pesi morti, come spazzatura da portare in discarica. I primi migranti detenuti sono stati caricati su una nave che da Lampedusa li farà sbarcare in Albania, paese dove il governo italiano ha costruito due hotspot per trattenerli, più un carcere per essere pronti ad arrestarli qualora commettessero un reato. Scelta provvida, quest’ultima, vista la prossima introduzione del reato di rivolta nei centri per migranti, configurabile anche nei casi di resistenza passiva (per definizione: quando non si fa nulla). (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altri media

Le strutture di Schengjin e Gjiader sono operative e il primo gruppo di migranti è partito ieri su una nave della Marina Militare. Altre spese ingenti riguardano poi la costruzione e la sorveglianza dei centri. (Sky Tg24 )

Si tratta dei primi richiedenti di protezione portati in Albania affinché le loro procedure di asilo vengano espletate in territorio albanese secondo la legge italiana. Da ieri, secondo quanto riportato dalla stampa italiana, una nave della Marina Militare italiana trasporta i profughi partiti dalle Libia e salvati in mare in centri di accoglienza di nuova costruzione in Albania. (Stranieri in Italia)

Arriveranno domani in Albania i sedici migranti a bordo della nave "Libra" della Marina Militare. Sono i primi ospiti delle strutture realizzate dal governo italiano a Shengjin e Gjader, in territorio albanese. (ilmessaggero.it)

VIDEO Migranti, Meloni sui centri in Albania: "Strada nuova e coraggiosa con spirito europeo"- LaPresse

La reporter albanese: “L’accordo sui migranti favorisce il nostro Paese ma attenzione ai diritti umani” Getting your Trinity Audio player ready... (Dire)

“Spendere un miliardo, come di fatto sarà, per costruire tre prigioni a cielo aperto e un centro di identificazione allo sbarco per 400 persone - il centro di trattenimento è comunque una prigione perché non si può uscire né avere un cellulare e comunque per un Cpr di 120 posti che sappiamo sono dei lager già condannati dalla Consulta in Italia - osserva l’esponente della Cei - significa che siamo passati dai muri alle prigioni quindi siamo davanti ad un passaggio ulteriormente grave nella gestione del diritto di asilo”. (Adnkronos)

La premier in Senato: "Molto soddisfatti dei risultati di questo lavoro" (LAPRESSE)