"Non è la mia Europa": Meloni ripudia il Manifesto di Ventotene

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Radio Popolare INTERNO

Il colpo di teatro arriva alla fine, quando Meloni oltraggia il Manifesto di Ventotene, leggendo alcune frasi decontestualizzate che da tempo la destra fa girare sui social. “Quella di Ventotene non è la mia Europa”, chiude e poi se ne va, consapevole di aver creato un’indignazione enorme e un imbarazzo tra i liberali e i moderati della sua maggioranza, a cominciare da Forza Italia. Prima va al Quirinale, dove Mattarella l’ha incontrata ma non per un colloquio a due, come è accaduto altre volte, ma insieme agli altri ministri e infine Meloni vola a Bruxelles (Radio Popolare)

Su altri giornali

Suo padre e Spinelli furono tra gli ideatori e firmatari del Manifesto di Ventotene: che effetto le ha fatto sentire la premier dire di non riconoscersi in uno dei testi fondativi dell’Unione europea? «Noi oggi possiamo discutere e parlare perché le persone, che lo hanno scritto, sono morte e hanno perso la vita per questo. (la Repubblica)

Le bombe, intanto, continuano a cadere sull’Ucraina. Sul fronte interno, la premier Giorgia Meloni ha deciso di accendere una miccia polemica intervenendo alla Camera dei deputati nel dibattito in vista del Consiglio europeo, che comincia oggi. (Corriere della Sera)

Non è la prima volta che accade questo: nel discorso in vista del Consiglio europeo Giorgia Meloni assume un tono prudente, istituzionale, senza picchi. Ci si potrebbe affidare alla spiegazione psicologica di un inconscio a fatica represso. (La Stampa)

Chiusa una giornata di tensioni in Aula, infatti, è arrivato il via libera alla risoluzione unitaria di maggioranza sulle comunicazioni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo. (Liberoquotidiano.it)

Al termine di una giornata incandescente la Camera approva la risoluzione di maggioranza, presentata dopo le comunicazioni della premier Meloni, in vista della riunione del Consiglio europeo che si apre domani. (Secolo d'Italia)

Nei suoi due anni e mezzo alla guida del governo italiano, Giorgia Meloni era riuscita a limare il suo passato di giovane militante post-fascista ma anche, dialogando con Bruxelles, a eclissare le posizioni ultra-nazionaliste e anti-europeiste di quando era all’opposizione. (La Stampa)