L’Eurozona rischia la recessione a causa dei dazi di Trump. La Bce potrebbe accelerare i tagli dei tassi
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Le politiche di Trump frenerebbero un’economia già quasi ferma. Germania e Italia sarebbero i Paesi più colpiti. De Guindos (Bce): impatto rilevante da una guerra commerciale. Il cambio euro-dollaro crolla a 1,075 (Milano Finanza)
Se ne è parlato anche su altre testate
La strategia della Fed e le mosse obbligate per l’Europa Gli analisti di Facile. Nonostante l’oceano di distanza, le scelte economiche del tycoon a stelle e strisce potrebbero avviare un domino sui mercati internazionali, con ripercussioni concrete per chi sta pensando di acquistare casa o rinegoziare il proprio mutuo in Italia. (QuiFinanza)
È netto Carlo Cottarelli, uno dei più autorevoli economisti italiani, da sempre tra l’Italia e gli Usa. E non lo è, più in generale. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Sorpresa della vittoria di Trump? «Sì, almeno per quanto riguarda le dimensioni e la forma del voto. Fino alla vigilia, ne parlavo anche con i miei studenti, sembrava che la questione dei diritti o le scelte nell’urna delle donne avessero un ruolo centrale. (Corriere della Sera)
«Più tariffe e quindi più guerre commerciali, con implicazioni sull’ordine globale ma anche e soprattutto sulla tenuta della costruzione europea». Il ribaltone nella politica Usa – avverte Lucrezia Reichlin, economista che insegna alla London Business School – avrà effetti immediati e dirompenti anche da noi. (la Repubblica)
Con la premessa che gli Usa avevano già intrapreso una direzione non proprio favorevole». A parlare è Maurizio Focchi, presidente del Gruppo Focchi, azienda italiana produttrice di infissi fondata nel 1914 nel piccolo borgo di Poggio Torriana nel Riminese. (Corriere della Sera)
È ancora presto per valutare l’impatto di una simile agenda: bisognerà capire come e in quale misura verrà messa in atto. La vittoria Donald Trump è ascrivibile anche al suo programma economico che può essere riassunto con lo slogan, non nuovo ma certamente efficace, «Make America great again». (La Stampa)