Juventus: Igor Tudor, da gigante fragile dal gol facile ad allenatore pragmatico

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La storia di Igor Tudor incrocia per la prima volta quella della Juventus nella primavera del 1998. Prima dei Mondiali di Francia ’98, che l’ecclettico difensore disputerà con la maglia della Nazionale croata, infatti, il general manager bianconero, Luciano Moggi, per battere la concorrenza di club come Real Madrid e Bayern Monaco rompe gli indugi e decide di prelevare dall’Hajduk Spalato il possente jolly croato, un metro e 92 centimetri di altezza per 88 chilogrammi di peso forma, in grado di agire da difensore centrale, terzino, ma all’occorrenza anche da mediano davanti alla difesa. (Calciomercato.com)

La notizia riportata su altri media

Il calcio, lo sappiamo bene, è fatto di grandi rivalità, quelle che danno maggiormente sapore alle sfide più appassionanti, che vengono scandite nel corso degli anni da grandi match, tensioni, sfottò a distanza e quant’altro. (Spazio Inter)

Come si legge sulle pagine del Corriere dello Sport, l'esonero di Thiago Motta peserà molto sulle casse della Juve: (CalcioNapoli24)

«Uno di noi». È questo il coro dedicato dai tifosi bianconeri a Igor Tudor, a cui è bastata una manciata di ore per prendersi l'amata Juve e riportarla alla vittoria. Come? Con una serie di azioni diametralmente opposte a quelle del suo predecessore Thiago Motta. (Tutto Juve)

SABATINI – «Con la maglia numero 10, finalmente onorata anche dalla fiducia dell’allenatore, Yildiz ha esibito una prestazione meravigliosa, probabilmente la migliore della stagione. Sandro Sabatini non usa giri di parole sull’ex Inter Thiago Motta, reputa incredibile una scelta fatta quando allenava la Juventus (InterNews24.com)

La prima partita del nuovo corso bianconero. E’ l’inizio di una nuova era per la Juventus, un percorso che parte e riparte da Igor Tudor: il tecnico croato sta guidando la Vecchia Signora per la prima volta nella sua carriera da allenatore. (Calciomercato.com)

Bianconero dalla testa ai piedi. Eppure, nonostante loro fossero al top, avevano mantenuto una fame e un'umiltà uniche. (il Giornale)