Gino Cecchettin, il sogno ricorrente dopo il femminicidio
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Gino Cecchettin, padre di Giulia, continua la sua battaglia per fare giustizia alla figlia e per porre fine al fenomeno dei femminicidi. Durante la presentazione della campagna ministeriale #nessunascusa all'Università Luiss di Roma, Cecchettin ha raccontato il suo dolore e la sua determinazione. "Per mesi ho sognato di salvare Giulia," ha detto, ricordando come, nei suoi sogni, arrivava a Fossò, dove Giulia è stata uccisa, la caricava in macchina e la salvava.
Cecchettin ha descritto l'escalation nel comportamento di Filippo Turetta, passato da fidanzato affettuoso a stalker e infine a omicida. "Giulia diceva che Filippo era innocuo," ha ricordato, sottolineando come la figlia non avesse percepito il pericolo imminente. Durante le loro conversazioni, Gino premeva affinché Giulia chiudesse anche il rapporto di amicizia con Filippo, ma la giovane non sembrava rendersi conto della gravità della situazione.
Alla presentazione della campagna, Cecchettin ha parlato con grande lucidità e dolore dei segnali e delle dinamiche della relazione tra Filippo e Giulia. Ha evidenziato come Filippo, senza nemmeno rendersi conto del male che stava facendo prima di tutto a sé stesso, abbia vissuto un processo di escalation che lo ha portato a commettere l'omicidio. "Abbiamo parlato di pene, di legislazioni," ha detto Cecchettin, "ma quando si commette un atto del genere c'è un corto circuito."
La campagna #nessunascusa, promossa in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, mira a sensibilizzare l'opinione pubblica e a prevenire ulteriori tragedie.