Migranti: il caso Albania, tra slogan e rispetto dei diritti umani

Migranti: il caso Albania, tra slogan e rispetto dei diritti umani
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Quando si parla di rispetto dei diritti umani ci si aspetterebbe una discussione seria e approfondita, in modo da consentire ai cittadini di capire cosa sta accadendo, di farsi un'idea al di là della reazione emotiva del momento. Invece, la vicenda della mancata convalida del trattenimento dei migranti spediti in Albania (e fatti ritornare in Italia due giorni più tardi a causa della mancata convalida del loro trattenimento) viene gestita dalla politica nazionale sullo stesso piano del tifo da stadio: pochi elementi concreti su cui confrontarsi e tanti slogan. (ilgazzettino.it)

Su altre testate

Il governo Meloni è al lavoro su un decreto legge per bypassare eventuali nuovi pronunciamenti giudiziari e di continuare a trasferire i migranti nei centri allestiti in Albania. (Fanpage.it)

“I giudici avevano preannunciato che sarebbe finita così perché bastava leggere il patto con l’Albania e i provvedimenti del governo per sapere che erano illegali“. (Il Fatto Quotidiano)

Ai piani alti di palazzo Chigi sono ore per riflettere. Per capire. Per interrogarsi. C'è una parte di magistratura "politicizzata" decisa a mettere i bastoni tra le ruote al governo? C'è una parte di magistratura "politicizzata" che prova a "usare" la vicenda migranti per alzare il livello dello scontro e magari così frenare la riforma che prevede la separazione delle carriere tra giudici e pm? Dubbi. (Avvenire)

Migranti in Albania, il governo lavora a un decreto. Salvini attacca i giudici in tv

Nonostante i proclami del governo, fino al 2026 non cambierà nulla. La lista dei Paesi di origine sicuri, sulla quale si è infranto l’avvio dei primi hotspot in Albania, dovrà tenere conto per due anni della sentenza della Corte di giustizia europea del 4 ottobre, citata come base giuridica dal Tribunale di Roma nella sentenza dell’altro ieri che ha riportato i migranti in Italia (Avvenire)

E soprattutto ha scatenato l’ennesimo scontro tra politica e magistratura, con la prima convinta che le toghe più che applicare la legge finiscano con l’interpretarla con sentenze “abnormi” (cit: Nordio). (Nicola Porro)

"Se uno di loro domani commettesse un reato, uno stupro, paga il magistrato che lo ha riportato in Italia?', ha detto il ministro dei Trasporti al Tg1, chiamando la Lega alla mobilitazione contro 'le toghe politicizzate'. (QUOTIDIANO NAZIONALE)