Siria, Erdogan: “Damasco lavori a una soluzione politica della guerra”. Putin difende Assad: “Fermare l’aggressione terroristica”
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I leader di due dei paesi impegnati nella guerra di prossimità in atto in Siria si sono sentiti al telefono. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che “il regime siriano deve impegnarsi in un processo per una soluzione politica“, attraverso la diplomazia, per arrivare a una “soluzione giusta e permanente” della crisi, durante una telefonata con l’omologo russo Vladimir Putin. Il leader turco ha anche detto che Ankara continuerà a combattere contro il gruppo curdo armato Pkk, ritenuto terrorista, affinché non tragga vantaggio dall’attuale contesto, dove avanzano le forze che si oppongono a Damasco (Il Fatto Quotidiano)
La notizia riportata su altre testate
FEHIM TASTEKIN è un giornalista e scrittore turco, specializzato nelle aree del Caucaso e del Medio Oriente. (il manifesto)
I ribelli siriani appoggiati da Ankara, che giovedì hanno conquistato la città di Hama, stanno proseguendo la loro avanzata verso sud, puntando verso Homs e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si intesta la guerra ufficializzando che il loro obiettivo è Damasco (Il Fatto Quotidiano)
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha auspicato la fine dell'"instabilità" in Siria e un accordo per fermare la guerra civile che è divampata dopo un'offensiva dei ribelli jihadisti fulminea."Il nostro più grande desiderio è che l'integrità territoriale e l'unità nazionale della Siria siano preservate e che l'instabilità che dura da 13 anni finisca con un consenso in linea con le legittime richieste del popolo siriano", ha affermato. (il Dolomiti)
Recep Erdogan, da circa una settimana non dorme sogni tranquilli. Qui, come altrove, sembrano essersi dati appuntamento i principali attori mondiali per regolare - anche in questo angolo di Medio Oriente - i propri conti. (Inside Over)
Le forze filo-turche che si oppongono al presidente siriano Bashar Al Assad stanno puntando a raggiungere Damasco. Erdogan ha spiegato di avere «lanciato un appello ad Assad» per «determinare insieme il futuro della Siria, ma non abbiamo ricevuto una risposta positiva». (ilmessaggero.it)
Mentre milizie irachene sono in Siria per affiancare le forze filo governative e contrastare l’avanzata dei ribelli, migliaia di persone scappano e lasciano la propria abitazione. (la Repubblica)