«I giochi pericolosi di Erdogan: vuole ricattare Bashar al-Assad»
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Le forze paramilitari jihadiste stanno colpendo e conquistando diverse città in Siria ormai da quasi una settimana. Poiché per anni queste realtà hanno avuto rapporti diretti con Ankara, tutti gli occhi sono puntati sul regime turco. Il piano dei jihadisti sembra essere attuato o comunque tollerato dalla Turchia, con l’intento di mettere in atto un gioco d’azzardo. FEHIM TASTEKIN è un giornalista e scrittore turco, specializzato nelle aree del Caucaso e del Medio Oriente (il manifesto)
Su altre fonti
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha auspicato la fine dell'"instabilità" in Siria e un accordo per fermare la guerra civile che è divampata dopo un'offensiva dei ribelli jihadisti fulminea."Il nostro più grande desiderio è che l'integrità territoriale e l'unità nazionale della Siria siano preservate e che l'instabilità che dura da 13 anni finisca con un consenso in linea con le legittime richieste del popolo siriano", ha affermato. (il Dolomiti)
Aleppo pare caduta, ormai, e questo pompa la sua hybris in un'area che non Comprendere il risiko siriano in queste ore non è fatto semplice. (Inside Over)
La marcia delle forze di opposizione continua. Erdogan ha spiegato di avere «lanciato un appello ad Assad» per «determinare insieme il futuro della Siria, ma non abbiamo ricevuto una risposta positiva». (ilmessaggero.it)
I ribelli siriani appoggiati da Ankara, che giovedì hanno conquistato la città di Hama, stanno proseguendo la loro avanzata verso sud, puntando verso Homs e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si intesta la guerra ufficializzando che il loro obiettivo è Damasco. (Il Fatto Quotidiano)
Secondo un allarmante report dell’Onu sono già 50 mila gli sfollati, ma altre decine di migliaia di abitanti sono pronte a fuggire (la Repubblica)
I leader di due dei paesi impegnati nella guerra di prossimità in atto in Siria si sono sentiti al telefono. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che “il regime siriano deve impegnarsi in un processo per una soluzione politica“, attraverso la diplomazia, per arrivare a una “soluzione giusta e permanente” della crisi, durante una telefonata con l’omologo russo Vladimir Putin. (Il Fatto Quotidiano)