Le incognite del nuovo anno
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Sul fronte internazionale il 2025 si apre in contesto di numerose e pesanti incognite, di cui perlomeno quattro ci interessano da vicino. Sono le incertezze sull’esito della guerra in Ucraina, sull’evoluzione dei vari conflitti in Medio Oriente, sui rischi di un nuovo Presidente americano imprevedibile e destabilizzante, e sulla capacità dell’Europa di assumersi credibilmente le sue responsabilit… (la Repubblica)
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di Maurizio Ballistreri La fase storica che stiamo attraversando e che segna questo nuovo anno, mi ha riportato alla mente una antica, ma sempre piacevole e interessante, lettura dell’economista statunitense John Kenneth Galbraith: “L’età dell’incertezza”, certo con analisi legate alle dinamiche economiche e politiche del tempo, ma che, in parte, conservano elementi di attualità (Nuovo Giornale Nazionale)
Concorrono a queste previsioni: la grande incertezza legate alle due guerre in corso, il configurarsi di nuovi equilibri mondiali in cui l’Occidente sarebbe progressivamente marginalizzato, i timori di una risorgente inflazione che potrebbe non essere stata totalmente debellata e quindi di una discesa dei tassi di interesse meno veloce del previsto, le incognite legate alle future politiche economiche di Trump con un ritorno a dazi e protezioni, il fortissimo rallentamento economico cinese, la crisi grave dell’economia europea e in particolare di alcuni settori industriali, e chi più ne ha più ne metta. (Piazza Levante)
E in altre aree instabili le ostilità possono degenerare in guerre o in guerre civili: ai confini dell’Europa, nell’Asia dell’Est, in Africa. Tuttavia, gli scorsi 12 mesi hanno rivelato tendenze che possono suscitare ottimismo: da sottoporre a verifica, ma visibile. (Corriere della Sera)
Sul fronte interno, la solidità del governo di Giorgia Meloni si confronta con le fibrillazioni nella maggioranza che lo sostiene e, nell'altro campo, la buona salute del Pd non basta a garantire un'alternativa che è ancora tutta da costruire. (Adnkronos)
Cosa ci riserverà il 2025? C’è chi lo chiede alle stelle (che si son rotte le balle), chi si sforza d’interpretare oscure profezie e ne ricava sempre gli stessi responsi: un paio di guerre nucleari, un’invasione degli ultracorpi, varie catastrofi di complemento e qualche «Penitenziàgite». (corriereadriatico.it)
E nel 2025 a chi toccherà? Sulla carta, per dittatori ed autocrati del mondo, il futuro appare roseo come sempre, e nessuno può immaginare di essere sostituito da un Nobel per la Pace (come è accaduto a Dacca con Muhammad Yunus). (Corriere della Sera)