Dazi, Ue: “Pronti con risposta proporzionata, ben calibrata e tempestiva a Usa”
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«La questione non è se siamo sorpresi, ma se siamo preparati. La risposta resta sì. Siamo pronti a tutelare i nostri interessi economici e, se necessario, forniremo una risposta ferma, proporzionata, solida, ben calibrata e tempestiva a qualsiasi misura sleale e controproducente da parte degli Stati Uniti». Lo afferma un portavoce della Commissione europea durante il briefing giornaliero con la stampa, in merito all'annuncio di dazi del 25% sulle auto da parte della Casa Bianca (Il Messaggero - Motori)
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E se prima di preoccuparci dei dazi di Trump iniziassimo ad eliminare quelli che ci infliggiamo da soli? Sentite questo report di S&P sulle materie prime diffuso ieri: «Gli armatori dovranno affrontare costi crescenti nel 2025, poiché il sistema di scambio delle quote di emissione (Ets) dell’Ue inciderà sulle spese di trasporto per le navi che operano in Europa. (Liberoquotidiano.it)
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato nuovi dazi del 25% su tutte le auto e i camion importati negli Stati Uniti. Una mossa che potrebbe far degenerare la guerra commerciale tra Washington e altri paesi. (Forbes Italia)
In attesa del «giorno della liberazione», proclamato da Trump per il 2 aprile, ci si interroga sulle eventuali misure di risposta - non chiamiamole di ritorsione, suona male - ai dazi americani. Se si colpisce il Bourbon americano si rischia una forte penalizzazione dello Champagne e dunque Parigi arretra. (Corriere della Sera)
E Trump chiarisce: “Su auto, alluminio e farmaci annuncerò nel prossimo futuro i dazi”». Sul sito di Tgcom24 si scrive: «La Casa Bianca sta restringendo il suo approccio alle tariffe che entreranno in vigore il 2 aprile, probabilmente omettendo almeno in quella data una serie di dazi specifici per settori come automobili, prodotti farmaceutici e semiconduttori. (Tempi.it)
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Attraverso un post su X (precedentemente noto come Twitter), la presidente ha messo in evidenza le problematiche derivanti da queste misure, sottolineando i danni che potrebbero comportare per le imprese europee, ma anche per i consumatori negli Stati Uniti (Ultima Voce)