42TFF | Vena, recensione del film di Chiara Fleischhacker
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L’opera di debutto della regista tedesca è un racconto sanguigno di dipendenza e di maternità, con un’ottima interprete. Una coppia scoppiata, una figlia in arrivo e un mandato di presentarsi in carcere per la detenzione. Queste le tre direttrici sulle quali poggiano i conflitti di Vena, il convincente esordio alla regia di un lungometraggio della regista tedesca Chiara Fleischhacker, giovane autrice classe 1993 (My Red Carpet)
Ne parlano anche altre fonti
Holy Rosita, primo lungometraggio del regista belga Wannes Destoop, è il miglior film del Torino Film Festival 2024. (Corriere della Sera)
Si è chiuso con la vittoria del TorinoFilmLab, il laboratorio del Museo del cinema che aiuta talenti di tutto il mondo, il Torino Film Festival 42: sia il miglior film internazionale, il belga “Holy Rosita”, sia il premio speciale della giuria tra i documentari, l'egiziano “The Brink of Dreams”, sono nati infatti grazie al Tfl. (Torino Cronaca)
Non poteva essere altrimenti. Considerata la valanga di pellicole sul tema distribuite in ogni sezione del festival incluse «Fuori Concorso» e «Zibaldone», era difficile che la giuria presieduta da Margaret Mazzantini non premiasse un titolo centrato sulla maternità. (La Stampa)
Non sul numero degli spettatori o la qualità dei titoli ma nel braccio di ferro tra talent e cinema. Diciamolo: questo festival ha vinto. (Corriere della Sera)
Poi c’è la sua. Da un lato c’è quella che il direttore ha definito «la mia famiglia torinese», composta da tutte le persone che hanno lavorato per il festival, inclusi i volontari, citati in più occasioni. (Corriere della Sera)
Premio della Giuria a "Vena", menzione per "Dissident". Applausi al film di chiusura "Waltzing with Brando". (TorinOggi.it)