Elodie regina della savana, sorrisi e smorfie con i fotografi per Mufasa – Il Re Leone
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Un momento d'oro quello che sta vivendo la carriera artistica di Elodie. La cantante romana ha dato prova di saper vestire con successo i panni non solo di interprete di ascoltatissimi tormentoni, ma anche di modella e doppiatrice. Così dopo l'apparizione (impossibile che sia passata inosservata) sulle pagine del nuovo Calendario Pirelli e il duetto, già entrato irrimediabilmente nelle nostre orecchie, con Tiziano Ferro, Feeling, ora veste i panni, o meglio, presta la voce al film Mufasa - Il Re Leone, prequel firmato Disney de Il Re Leone, come Sarabi, la mamma di Simba (DiLei)
Se ne è parlato anche su altri giornali
In questa occasione hanno potuto incontrare il regista anche le voci italiane dei nuovi protagonisti del film, che comprendono: Luca Marinelli (Mufasa), Alberto Boubakar Malanchino (Taka), Elodie (Sarabi), Edoardo Stoppacciaro (giovane Rafiki), Riccardo Suarez Puertas (Zazu) e Dario Oppido (Kiros). (Nerdmovieproductions)
Ho voluto portare un po’ di fantasia e di magia nell’universo”. “Non avrei mai immaginato di fare il Re Leone, ma niente è impossibile. (cinematografo.it)
L’incontro casuale dà il via al viaggio di uno straordinario gruppo di sventurati alla ricerca del proprio destino: i loro legami saranno messi alla prova mentre lavorano insieme per sfuggire a un nemico minaccioso e letale. (Cinematographe.it)
Elodie: “Sono una leonessa, ho fatto di tutto per fare il provino per ‘Mufasa: Il Re Leone'” "Nella vita e nel lavoro sono una leonessa", infatti, "per il provino di 'Mufasa: Il Re Leone' ho fatto di tutto, in ballo avevo altre cose di lavoro ma lo volevo davvero. (Sbircia la Notizia Magazine)
Mufasa: Il re leone sarà al cinema dal 19 dicembre: il prequel del Re Leone racconta la storia del giovane Mufasa, che in italiano ha la voce di Luca Marinelli, mentre Elodie è Sarabi. In conferenza stampa ci hanno raccontato cosa abbia significato per loro affrontare questo impegno, professionalmente e... (ComingSoon.it)
Jenkins di suo mette il rimbalzare da un approccio quasi documentaristico (difficile capire se certe inquadrature paesaggistiche siano fatte dal vivo o in computer grafica) a momenti totalmente da animazione, con colori sgargianti e un’estetica volutamente esagerata per l’effetto di meraviglia che si potrebbe ottenere con il disegno a mano. (BadTaste)