Auto Europa: Unrae, Italia ultima tra cinque grandi mercati UE per vetture “alla spina”
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Nel mese di ottobre 2024 e nei primi dieci mesi dell’anno, l’Italia mantiene la quarta posizione tra i cinque mercati europei principali, che vedono andamenti differenziati, particolarmente distanti fra loro nel mese. Per quanto riguarda le auto "alla spina" (Ecv) l’Italia si conferma all’ultimo posto tra i major markets, sia a ottobre, con una quota del 7,4% (4,0% Bev e 3,4% Phev) sia nei dieci mesi con una quota del 7,3% (Bev al 4% e Phev al 3,3%). (Il Messaggero - Motori)
Ne parlano anche altri giornali
I nodi vengono al pettine. L’offerta risulta ancora troppo timida, scoraggiata anche dal contesto economico: stipendi al palo e carovita ulteriormente appesantito dall’inflazione. (brescia.corriere.it)
Sulla crisi profonda dell’industria automobilistica, gli italiani si aspettano che l’Europa decida di modificare le regole che ha imposto (45%) ma anche la chiusura di fabbriche con annessa perdita di posti di lavoro (44%). (Il Sole 24 ORE)
Ma l’Europa è un’altra cosa. La Commissione e il Parlamento hanno deciso che dovremo guidare solo auto elettriche… e i consumatori li stanno spernacchiando. (Economy Magazine)
ROMA.Quando l’associazione europea di costruttori (Acea) tre mesi fa ha diffuso i dati sulle immatricolazioni auto di agosto si è avuta la conferma che il mercato dell’auto si stava davvero inceppando con le vendite in calo addirittura del 18,3% e, soprattutto, con l’auto elettrica che per il quarto mese consecutivo faceva segnare un significativo arretramento perdendo ben il 43,9% rispetto al 20… (La Stampa)
Mentre il segretario Landini e altri attribuiscono al governo Meloni la responsabilità per le migliaia di posti di lavoro a rischio nel settore automobilistico e nel suo indotto, la situazione appare più complessa. (la VOCE del TRENTINO)
C’è una scadenza che fa tremare le gambe alle case automobilistiche europee. E no, non si tratta del divieto di produrre nuove vetture a benzina e diesel a partire dal 2035. Ciò che davvero preoccupa i costruttori del Vecchio Continente non è tanto la sfida sul lungo periodo, ossia la transizione verso l’auto elettrica, ma le scadenze più prossime imposte dall’Unione europea. (Open)