Zamagni: Trump segna il trionfo del capitalismo woke
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Una campagna elettorale, quella di Kamala Harris, sbagliata perché troppo appiattita su quella del presidente uscente Biden: tale da non rappresentare un salto di qualità appetibile per l’elettorato. Il tramonto definitivo, dopo 80 anni, dell’America di Bretton Woods del 1944, quella dell’unilateralismo e degli States come gendarmi della democrazia nel mondo post Seconda guerra mondiale. E, non da ultima, la consacrazione di nuovo capitalismo, detto woke (il manifesto è di Peter Thiel e risale al 2009), che ha tra i suoi sostenitori il vicepresidente appena eletto J. (Vita)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Le campagne votano per i Repubblicani per il loro attaccamento a valori conservatori, tradizionali e per la maggiore dipendenza da settori come l’agricoltura e le piccole imprese. Gli abitanti delle città hanno votato in maggioranza per Harris (60%), mentre più ci si avvicina alle zone rurali, più gli elettori hanno preferito Trump (64%). (QUOTIDIANO NAZIONALE)
A lui abbiamo chiesto come le vivrà queste elezioni. Morgan, 41 anni, proviene da Jacksonville, in Florida, e anche lui come tanti americani all’estero voterà per ‘corrispondenza’. (il Resto del Carlino)
Di Giuseppe Castro (Il Fatto Quotidiano)
In questa vigilia di Election Day in cui tutto sembra essere già stato detto, segnalo due «nuove ragioni» che ispirano l’antiamericanismo europeo. Ogni quattro anni coincide con una nostra elezione presidenziale. (Corriere della Sera)
Chi ha vinto nella corsa per la Casa Bianca ormai lo sappiamo. Ma su chi ha perso, beh, forse è opportuno fare qualche precisazione. (il Giornale)
Questo è in breve il resoconto del day after, ovvero delle reazioni del mondo progressista dopo la vittoria del tycoon negli Stati Uniti. "Nella battaglia tra miliardari 'reazionari' e 'liberali' - ha scritto l'eurodeputata di Avs sui social -, sono dunque i primi a essere riusciti a conquistare i voti popolari. (Liberoquotidiano.it)