La vittoria di Trump è la vittoria dell’America che odia le donne

La vittoria di Trump è la vittoria dell’America che odia le donne
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Fanpage.it ESTERI

A cura di Jennifer Guerra 87 Nel suo comizio di chiusura della sua campagna elettorale, un comizio caratterizzato da diverse uscite razziste e allusioni violente, Donald Trump ha parlato anche dell’ex speaker della Camera Nancy Pelosi. “È una persona cattiva. È una cattiva, malata, pazza…”, ha fatto una pausa e pronunciato le prime due sillabe della parola che voleva dire: “Bi…”. La folla ha iniziato ad applaudire con entusiasmo. (Fanpage.it)

Ne parlano anche altri giornali

“Hanno preferito un golpista, antidemocratico, machista, pluricondannato ad una donna”. Commenti di questo tenore affollano oggi le pagine social di chi mai e poi mai avrebbe immaginato di vedere Donald Trump venire eletto per la seconda volta Presidente degli Stati Uniti. (la Repubblica)

La maggioranza degli statunitensi che hanno votato per Trump ritengono che i giorni migliori dell’America siano nel passato (66%), chi ha votato per Harris pensa invece che quei giorni debbano ancora venire (60%). (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Kamala Harris ha perso e ha perso male, ma forse contro Donald Trump avrebbero perso tutti. Mentre è in corso lo spoglio dei voti delle Elezioni Usa il successo del candidato repubblicano che si sta delineando non è, come molti si aspettavano, di misura, ma è una vittoria che travolge tutto, senza più pesi e contrappesi. (Vanity Fair Italia)

L’America e il mondo hanno già perso

Vi racconto la guerra civile fredda in America (Start Magazine)

Le campagne votano per i Repubblicani per il loro attaccamento a valori conservatori, tradizionali e per la maggiore dipendenza da settori come l’agricoltura e le piccole imprese. Questa spaccatura è antica: le città votano per i Democratici perché sono più diversificate, progressiste e con una maggiore istruzione (più aumenta il titolo di studio, più cresce l’orientamento di voto verso i Democratici). (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Il gender divide ha sotteso tutta la stagione da quando il passo indietro di Joe Biden ha preso in contropiede Donald Trump spingendolo ad enfatizzare ancor più gli aspetti machisti di una campagna saldamente ancorata nella manosphere, dai miliziani maschi della alt right ai tech bros della Silicon Valley. (il manifesto)