LE CITAZIONI: Fabbri, quali Americhe si confrontano con il voto
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“Viviamo una fase di egemonia contrastata” afferma l’analista geopolitico Dario Fabbri nel suo ultimo studio. Il prossimo 4 novembre le due anime della potenza egemone Usa si confrontano nelle elezioni per il Presidente: quella progressista delle due Coast, East e West, e quella della pancia del Midwest, con l’aggiunta dei nostalgici dei “bei, vecchi valori americani” degli stati del Sud. «Da anni gli americani abitano gli abissi della depressione (…). (Gente e Territorio)
La notizia riportata su altri media
Intercettando la rabbia non solo della popolazione senza istruzione, alla base del suo elettorato, ma anche il ceto medio bianco, che ha paura di diventare in pochi anni la minoranza sociale del Paese, cosa che inevitabilmente avverrà nel giro di pochi anni. (Corriere del Ticino)
Una campagna elettorale, quella di Kamala Harris, sbagliata perché troppo appiattita su quella del presidente uscente Biden: tale da non rappresentare un salto di qualità appetibile per l’elettorato. Il tramonto definitivo, dopo 80 anni, dell’America di Bretton Woods del 1944, quella dell’unilateralismo e degli States come gendarmi della democrazia nel mondo post Seconda guerra mondiale. (Vita)
– A notte inoltrata l’unico dato certo sull’esito delle elezioni presidenziali statunitensi è l’incertezza. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Nello scrivere questo Cameo a pochi giorni dall’elezione del 47° Presidente la domanda è sempre la stessa: il XXI secolo sarà americano o del duo Cina-Russia, con la seconda succube della prima? All’inizio del XX° (1906), Werner Sombart si poneva una domanda simile (oggi farebbe scompisciare): “Sarà l’America o l’Europa il paese del futuro?” Centovent’anni dopo l’Europa è un accrocco di rissosi paesi-mercati. (Start Magazine)
di Alan Friedman "Io ovviamente ho votato per Kamala Harris non perché la amo ma perché è una garanzia affinché l'America non diventi un Paese antidemocratico. Per Trump il modello è Viktor Orban. Non c'è altro da aggiungere". (La Stampa)
Vivere il giorno in cui l’America ha scelto di nuovo Donald Trump come presidente è un vero incubo per noi della sinistra non woke, quella non allineata e non partitica. Sapere che per i prossimi anni lui e l’oligarca Elon Musk saranno al timone degli Usa è qualcosa che ci fa venire la nausea. (Il Fatto Quotidiano)