Ilaria Salis, lo sproloquio da centro sociale sul voto Usa: "Chi vince la battaglia tra miliardari"
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Donald Trump esulta, la sinistra piange. Questo è in breve il resoconto del day after, ovvero delle reazioni del mondo progressista dopo la vittoria del tycoon negli Stati Uniti. E al piagnisteo si è inserita di gran carriera anche Ilaria Salis. "Nella battaglia tra miliardari 'reazionari' e 'liberali' - ha scritto l'eurodeputata di Avs sui social -, sono dunque i primi a essere riusciti a conquistare i voti popolari. (Liberoquotidiano.it)
Su altri media
Vivere il giorno in cui l’America ha scelto di nuovo Donald Trump come presidente è un vero incubo per noi della sinistra non woke, quella non allineata e non partitica. Sapere che per i prossimi anni lui e l’oligarca Elon Musk saranno al timone degli Usa è qualcosa che ci fa venire la nausea. (Il Fatto Quotidiano)
Che le cose si mettessero male, per il fronte democratico, stanotte gli osservatori più attenti l'avevano notato quasi subito, nonostante la parvenza di cautela dei grandi giornali: contee chiave che non reggevano, Trump che migliorava il suo risultato quasi ovunque, candidati indipendenti che superavano quelli democratici. (Vogue Italia)
Era da tempo che Gemma Galgani non appariva così radiosa e solare in compagnia di un uomo. La storia tra Gemma e Fabio decolla, delusione per Barbara (Tutto.TV)
Nello scrivere questo Cameo a pochi giorni dall’elezione del 47° Presidente la domanda è sempre la stessa: il XXI secolo sarà americano o del duo Cina-Russia, con la seconda succube della prima? All’inizio del XX° (1906), Werner Sombart si poneva una domanda simile (oggi farebbe scompisciare): “Sarà l’America o l’Europa il paese del futuro?” Centovent’anni dopo l’Europa è un accrocco di rissosi paesi-mercati. (Start Magazine)
Un amico, uno storico tedesco, piuttosto importante, chiama e chiede: “Hai anche tu l’impressione che in pochi mesi il mondo è cambiato così velocemente da non essere più riconoscibile?”. (L'HuffPost)
“La storia è maestra di vita”. Il significato più profondo di questo motto, normalmente usato per convincere gli studenti ad aprire il libro di storia, è che secolo dopo secolo, millennio dopo millennio, gli uomini sono sostanzialmente sempre gli stessi, e di fronte a scelte o situazioni similari, gli uomini del XXI secolo dopo Cristo tenderanno a fare scelte del tutto equivalenti a quelle degli uomini del XXI secolo avanti Cristo. (Il Fatto Quotidiano)